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Sadfishing: a pesca di lacrime

Aldo Benato
Aldo Benato
25 luglio 2024
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Sadfishing: a pesca di lacrime

Immaginate di scorrere distrattamente il vostro feed sui social media quando vi imbattete nel post di un amico che descrive un momento estremamente difficile della sua vita. Vi fermate, leggete, e magari vi commuovete, sentendovi spinti a offrire conforto e supporto. Questo è un esempio classico di Sadfishing, un fenomeno sempre più diffuso nel mondo virtuale.

Il termine Sadfishing è utilizzato per descrivere la pratica del condividere online esperienze personali dolorose o drammatiche, vere o inventate o artatamente esagerate, con l'obiettivo di suscitare empatia e ricevere attenzioni. Il termine nasce dalla combinazione di "sad" (triste) e "fishing" (pescare), suggerendo l'idea di "pescare tristezza" per ottenere una reazione.

In un'epoca dominata dalle dinamiche online, il Sadfishing rappresenta un mezzo efficace e potente per ottenere supporto emotivo immediato da amici e sconosciuti. Molti vedono infatti i social media come un luogo sicuro dove esprimere le proprie vulnerabilità e trovare una comunità pronta a offrire sostegno. Questa pratica, se usata con sincerità, può effettivamente aiutare ad avvicinare emotivamente certe persone. Il Sadfishing può anche servire - in un'ottica positiva - come catalizzatore per discussioni più ampie su temi di salute mentale, incoraggiando le persone a parlare apertamente dei propri problemi e a cercare aiuto professionale.

Come ogni altro fenomeno, tuttavia, anche il Sadfishing non è privo di criticità. Uno dei problemi più rilevanti consiste nella possibilità che la ricerca di attenzioni possa portare a una sovraesposizione della propria intimità, con conseguenze negative per la propria salute mentale. Gli utenti possono diventare dipendenti dal supporto digitale altrui (like, commenti, condivisioni) e sviluppare una percezione distorta del proprio valore basata sull'approvazione altrui. Il Sadfishing, inoltre, presta facilmente il fianco all'esagerazione della drammaticità della propria situazione, esagerazione che può persino arrivare all'invenzione vera e propria. Talvolta, infine, il dramma può essere strumentalizzato per ottenere favori o somme di denaro.

Da un punto di vista giuridico, il Sadfishing solleva due importanti questioni: la prima relativa alla privacy, la seconda alla sicurezza. Gli utenti devono anzitutto essere consapevoli che tutto ciò che condividono online può essere utilizzato da terzi, anche in modi non previsti o desiderati. Le norme a tutela dei dati personali, infatti, poco possono di fronte alla condivisione pubblica da parte dell'interessato. Sotto altro profilo, quello della sicurezza, invece, è importante considerare il rischio di subire violenza (fisica e psicologica) e di sfruttamento della propria vulnerabilità. La legge prevede tutele per le vittime di tali abusi, ma lo strumento più efficace di tutela del singolo resta sempre la prevenzione, ovvero l'astenersi dal condividere certe informazioni.

Concludendo, il Sadfishing rappresenta un fenomeno complesso che riflette le dinamiche emotive e sociali dell'era digitale ma che può essere utilizzato per manipolare i propri contatti e persino ingannare i nostri amici. Vi invito pertanto a riflettere attentamente prima di condividere momenti delicati online e ad avvicinarvi con circospezione in caso di condivisioni tristi da parte di vostri contatti.

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L'autore

Aldo Benato

Aldo Benato è un avvocato specializzato nella gestione e tutela dei dati personali e aziendali e in materia di criminalità informatica. Avvocato presso il Foro di Treviso e Data Protection Officer certificato ai sensi della norma UNI 11697, si occupa da anni di diritto e informatica e ha maturato una consolidata esperienza in materia di privacy & data protection, criminalità informatica e diritto della Rete. Parallelamente, matura una forte esperienza nel settore della formazione per scuole, aziende, professionisti e Forze dell'Ordine. Recentemente ha scritto il libro "Dizionario del Web - La guida per capire" (www.dizionariodelweb.it), uno strumento pensato per aiutare a sfruttare il web e la tecnologia con maggiore consapevolezza.