CULTURA

paginapiegataarte - Novembre 2024

Claudio Brunello
28 ottobre 2024
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paginapiegataarte - Novembre 2024

In questo numero, vi segnalo l'impegno per l'Arte Contemporanea di Casa Allian, con sede in Via Bellavitis in centro a Bassano del Grappa. Anche in questa edizione, mi è stata affidata la curatela e ringrazio per la fiducia accordatami.
Hans Ulrich Obrist afferma: “In un'epoca caratterizzata da traumi continui, accelerazioni drammatiche e fenomeni estremi, naturali, tecnologici e sociali, gli artisti sono sismografi viventi perfetti. Bisogna saper leggere e saper dialogare con la parte più acuta e qualitativa dell'arte contemporanea, se si vogliono capire meglio il mondo, gli altri e il futuro”.

SILENZI è il titolo di questa nuova mostra. Silenzio appagante, silenzio cercato, silenzio pieno, silenzio vuoto, silenzio consolatorio, silenzio memoria, silenzio melanconico silenzio depressivo, silenzio felice. Nel costruire una mostra, ci si trova sempre di fronte ad un doppio sfasamento dello spazio e del tempo. Credo che la curatela possa essere intesa come una modalità per cacciare indizi e collocare l’opera ed il pubblico in una battaglia terribilmente complessa (e non necessariamente vincente) contro le condizioni in cui l'arte riconosciuta e sedimentata è dominante, assumendo spesso carattere “reazionario”.

SILENZI annuncia una nascita così come una fine: ecco il perchè della scelta di questo titolo, che è ben evidenziato dalle opere esposte da parte dei tre artisti invitati: Silvia De Bastiani, Paolo Giaretta e Carlo Martini. Il silenzio, infatti, qui ha un ruolo importante per lo spazio che crea. Il silenzio ci sorprende, ci coglie di spalle, non è sempre accolto, viene spesso respinto. Il silenzio crea disagio, esperienza, lo possiamo assorbire osservando le opere, diventa tattile, è un sentire la sua natura, la sua storia, la sua cultura, la sua narrazione, la sua esistenza effimera. Qui natura, spiritualità, interni ed esterni sono percorribili in più direzioni: si presenta agli occhi dell'osservatore un'architettura di suoni portatori, di silenzi, sì, ma evocatori di parcellizzazioni sonore che nel loro insieme diventano esperienza visiva da vivere, da osservare.

È il silenzio a trasmetterci una collocazione nello spazio e nel tempo, silenzio senza il quale non sapremmo mai come un paesaggio, un ambiente chiuso, una luce od una oscurità ci possano trasmettere un'emozione, un sapere e, non ultima, un'opinione.
I tre artisti presenti sono stilisticamente molto diversi, ma sono accomunati dal desiderio di riflessione sul silenzio composto, che è naturale, memoriale o di lascito. Essi cercano un valore assoluto nel silenzio vissuto, che è ciò che li accomuna.
La riflessione che vi propongo è portata avanti dalla ricerca del silenzio mentale e ambientale che determina i nostri comportamenti con emozioni contraddittorie. La realtà rappresentata dai tre artisti è una realtà, si realistica, ma proposta in chiave emozionale, in cui il silenzio assume valore oggettivo ed è veicolo di comportamenti atti alla ricerca dell'attesa di un agire corretto.
Il genere umano non è consapevole del suo istinto ed è ignaro delle cause da cui egli determina il suo agire, sia fisico che intellettuale. Ecco che l'osservazione di queste opere provoca un senso di spaesamento che in qualche modo obbliga, o quantomeno suggerisce, una riflessione su quanto l'aleatorietà dei suoni percepiti, nell'osservazione delle opere esposte, porta l'osservatore ad una presa di coscienza che costituisce il passo di svolta, o al progresso morale. Le realtà rappresentate nelle opere possono, perciò, essere paragonate ai suoni, ai colori, al caldo e al freddo, che non sono riconducibili alla qualità dei paesaggi, ma sono percezioni della mente. Se non avessimo, nel nostro mondo e nella nostra cultura, un imprinting nel percepire paesaggi tanto differenti che i tre artisti propongono, ovvero la solitudine, la convivialità e l'assenza umana, come potremmo percepire il valore, l'etica ed infine anche una certa morale delle immagini proposte?
Le sensazioni che i sensi originano paiono trovare una nuova verginità e giovinezza: la vista si può permettere di posare lo sguardo con più calma e lentezza sulle cose; l'udito coglie sfumature sonore, echi dimenticati, ma determinante è quel sesto senso evolutivo che è il pensiero, grazie al quale non soltanto ragioniamo e riflettiamo.
Il silenzio e il vuoto sono contenitori che fra loro interagiscono e si completano: entrambi possono esistere in autonomia o in attesa di essere occupati. Quale può essere allora, nella pittura, la possibilità di descrivere, spiegare, interpretare che cosa è il silenzio? Rappresentare può essere una delle vie favorite. Forse solo l'atto del contemplare aiuta la vista a fare silenzio e porsi in ascolto. Qui, forse, lo scopo dell'arte.

Opera di Silvia De Bastiani, realizzata in acquerello, che rappresenta delle montagne

Le grandi opere di Silvia De Bastiani, realizzate in acquerello, ci impongono di contemplare valli, pendii, pareti scoscese e cime. L'artista aiuta la vista a fare silenzio, un limite fisico in cui l'impossibilità di ogni insediamento umano parla alla mente, suggerisce il desiderio di isolamento quasi ad essere una sorta di contemporaneo eremita. Il rumore visivo di fondo non esiste, osservando le opere di Silvia De Bastiani, è presente un suono che porta a percepire il suono del silenzio.

opera di arte moderna di Paolo Giaretta rappresentante un paesaggio urbano in chiave figurativa espressionista

Le opere di Paolo Giaretta portano a percepire un silenzio assordante di opinioni espresse o represse: libri posti su scaffalature in attesa di essere aperti per poter parlare ed interrompere quello stato di abbandono osservato quotidianamente con ammirazione e gratificazione di possesso. Troviamo spazi urbani e domestici, rappresentati in chiave figurativa espressionista, presenti corpi abbozzati, corpi al tempo stesso presenti e assenti, corpi che occupano non solo lo spazio, ma si fanno sentire con il loro silenzio.

opera di Carlo Martini rappresentante un reparto produttivo inattivo e vuoto

Carlo Martini
La presenza dell'assenza pervade tutto. Assenza rappresentata in chiave iperrealista emotiva. Abbandono presente negli spazi produttivi, abitativi o di cura, dove una lenta osservazione fa udire suoni e parole lontane, c'è un silenzio di vita vissuta o subita, è presente un agire che porta alla cancellazione del suono, ma è una cancellazione frutto di una isteresi. Il vissuto si fa esperienza come nostalgia o come abbandono.

Lettura consigliata – PAGINAPIEGATA Introduzione all'arte contemporanea dal II° dopoguerra ad oggi, disponibile alla Libreria La Bassanese di Bassano del Grappa e alla libreria Cuore d'inchiostro di Rossano Veneto.

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L'autore

Nato nel 1954 a Rossano Veneto (VI), da una famiglia di agricoltori che si trasferiscono a Torino quando ha pochi mesi di vita. La sua formazione culturale, fino ai venti anni, avviene nel capoluogo piemontese. Nel 1972 si diploma vetrinista di abbigliamento e tessuti con il massimo dei voti, suo insegnante di scenotecnica è Claudio Rotta Loria, affermato artista piemontese. Nel 1973 vince il Premio "Cairoli" Concorso d’arte contemporanea, più volte segnalato in diversi Premi d’Arte, ed è invitato a partecipare alla realizzazione di una grande tela "Giovani per i Giovani", eseguita dal vivo nella città di Chieri (TO). Stimato dal critico d’arte Aldo Passoni, al tempo Direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino, che lo inserisce nell’importante mostra collettiva "Piemonte Segno ‘74" alla Galleria d’arte Giorgi di Firenze. Nel 1974 avviene il trasferimento a Bassano del Grappa, dove tuttora risiede e crea con il fratello Giuseppe la discoteca "Shindy", uno dei locali, oggi, storici di Bassano. Nel 1977 si sposa con Daniela Scotton e fa nascere "Radio Bassano 104" una delle primissime radio libere della zona. Nel 1987 Il suo fare arte dall'iniziale Op-art, muta verso la più libera arte informale, attratto dalla genesi del gesto e la forza comunicativa del segno e, non ultimo, dal fascino tattile della materia. Nel 1983, con la moglie e il fratello Giuseppe crea il celebre locale "Ottocento". Nel 1988 è socio fondatore e presidente dell’Associazione Culturale "ACAV ‘88" e l’anno seguente fino al 1991 fa parte della Commissione artistica della "Chiesetta dell’Angelo" spazio espositivo bassanese. Nel 1999, sempre a Bassano del Grappa, realizza e dirige all’interno del noto locale "Ottocento" uno spazio denominato "PAGINAPIEGATA art gallery" dedicato esclusivamente all’Arte contemporanea e alla cultura. Ne cura la programmazione fino alla chiusura nel Luglio 2007 (organizzando oltre 40 mostre di artisti locali e 100 proiezioni d’arte contemporanea). Nel 2002 inizia il periodo tuttora in essere delle tele di formato quadrato, che singole o associate fra loro nella fattispecie di cellule/parole o tessere autonome creano possibili assemblaggi in continua mutazione. Dal 2007 si dedica all’arte a tempo pieno, come curatore, promotore e naturalmente artista. Nel 2010, 2011 e 2014 ha tenuto laboratori sul movimento Dada, sull’Arte Povera e sulla Trash art al Liceo d’arte "G. De Fabris" di Nove - VI. Nel 2013 crea un ciclo di incontri dedicato alla creatività dal nome "Pagina Piegata - intrecci d’arte", coinvolgendo: artisti, fotografi, scrittori, musicisti e critici d’arte. Nel 2014 ha iniziato con il figlio Nicolò il progetto "Contenitori d’identità", consistente nell’ideazione e produzione di oggetti di complemento d’arredo con caratteristiche concettuali. Nel 2019 è curatore delle mostre realizzate nella sede bassanese di Allianz e dello Spazio Olimpia. Dal 2020 crea il canale YouTube "PaginaPiegataArte" dove spiega l'arte contemporanea. Nel 2022 pubblica il libro "Pagina Piegata - introduzione all'arte contemporanea dal II° dopoguerra ad oggi". Sempre nello stesso anno è inserito nell'Archivio Ezio Bosso di Torino. E' socio fondatore dell'Associazione culturale "Dif-Fusione 88" che si occupa di promozione del contemporaneo in tutte le sue forme. Ha esposto in Italia e all’estero, sue opere sono presenti nella Galleria d'arte Anna Breda Arte e Design di Padova, in negozi di design d’arredo e in collezioni private e pubbliche.