CULTURA
Spazio Zen agosto 2023
Gianni Zen
28 luglio 2023Non c’è vita senza conoscenza, senza verità, senza amore.
Non so se agosto, mese per eccellenza delle vacanze, può consentire proposte poco vacanziere. Io credo di sì, nel senso che le vacanze sono il mese del tempo libero, quindi anche di un pensiero che possa tentare la ricerca dell’essenziale della vita.
La proposta che faccio questo mese è: cosa vuol dire imparare a vivere.
Sembra una frase quasi banale. Eppure è la cosa più difficile.
In famiglia il compito di insegnare a vivere spetta ai genitori, ma poi sono gli stessi genitori che, per questo loro compito, in realtà “imparano facendo”. Lo stesso a scuola con i docenti, nei luoghi di lavoro con le persone che hanno ruoli e responsabilità, o nei tanti mondi sociali.
Ma imparare a vivere, per “saper vivere”, è più un augurio che una certezza.
La vita, infatti, nel suo fluire, non ci dà punti fermi, se non, al limite, in alcuni richiami valoriali. Ma questi valori, poi, al dunque, devono essere comunque tradotti e declinati, per diventare concreti e vivibili. E “non basta la parola”.
Tutti noi, chi più chi meno, per qualsiasi età, non facciamo altro che “imparare facendo”.
Sì, il mondo è pieno di presunti maestri di qualche virtù. Soprattutto nei social. E le librerie sono zeppe di saggi e romanzi, che, direttamente o indirettamente, vorrebbero segnare la strada.
Ma sappiamo che non bastano. Perché ognuno comunque è un caso a sè, e le esperienze altrui valgono comunque per quel tanto che vengono da noi considerate e riconosciute.
Perché, oggi più di ieri, non sono le parole che contano ma l’esperienza del vissuto, cioè l’esempio.
Nella vita vissuta, poi, siamo corpo, ma non siamo solo corpo.
Come corpo siamo metabolismo, siamo organismo, siamo bisogni e desideri. Ma siamo anche volontà e pensiero pensante. Cioè intelligenza che domanda senso e valore.
E non c’è frattura e scissione tra queste dimensioni, ma siamo un tutt’uno.
Oggi questo tutt’uno, attraverso le tecnologie, ha allargato i propri confini.
Perché siamo sempre legati a forme di relazione o connessione oltre il nostro corpo e le sue intenzionalità.
Le capacità di questo oltre-corpo si stanno rendendo quasi infinite, ma in forma virtuale. Per cui, a volte, facciamo fatica a capire dove siamo.
Allora chi siamo noi?
E qui si annida la domanda prima: siamo funzioni di una connessione, o siamo consapevoli del valore ma anche dei limiti di questa funzione?
La domanda ci porta al nocciolo: noi, all’essenziale, siamo coscienza che chiede di farsi autocoscienza. Libera autocoscienza.
Ma questa libertà non la si trova come un regalo qualsiasi, rimane sempre una conquista, faticosa conquista. È il senso della vita come ricerca. Pur con i nostri limiti e le nostre fragilità.
Imparare a vivere, dunque, vuol dire esercitare l’arte della coscienza che si fa autocoscienza libera. Ma una coscienza non chiusa in se stessa, cioè da soli. Perché noi siamo relazione.
Possiamo diventare autocoscienza solo attraverso e con gli altri.
Il discrimine di questo cercare-assieme si riassume, da sempre, in poche parole-chiave: verità, bellezza, giustizia, bene, pace, amore, immaginazione.
Provare per credere.
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L'autore
Gianni Zen, laureato in filosofia, ha dedicato la sua vita professionale alla scuola, prima come docente e poi come dirigente scolastico in importanti scuole del vicentino quali l’Istituto Rossi di Vicenza e il Liceo Brocchi di Bassano. Sotto la sua guida il liceo bassanese ha conosciuto una crescita repentina fino a diventare il secondo istituto d’Italia per numero di ragazzi frequentanti. Persona estremamente attiva, è da sempre sostenitore di una grande riforma del mondo della scuola. In “Spazio Zen” dirà la sua su temi di attualità legati al mondo della scuola e del lavoro.