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Video e Deepfake: la verità sotto attacco

Aldo Benato
Aldo Benato
31 marzo 2025
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Video e Deepfake: la verità sotto attacco

Viviamo in un tempo in cui non è più sufficiente "vedere per credere". I video, un tempo considerati prova certa della realtà, oggi possono essere facilmente manipolati con tale precisione da trasformarsi in strumenti di inganno. Al centro di questa rivoluzione ci sono i c.d. Deepfake.

Il termine nasce dalla combinazione di deep learning (apprendimento profondo) e fake (falso). In pratica, si tratta di contenuti – solitamente video o audio – manipolati da un algoritmo in grado di imitare perfettamente la voce, il volto, le espressioni e i movimenti di una persona. Il risultato è così realistico da sembrare assolutamente autentico.

La tecnologia Deepfake, come tutte le innovazioni, ha due volti.

Il primo è quello positivo e creativo. Nel cinema, ad esempio, viene usata per ringiovanire attori o riportarli in scena dopo la morte. Nell’istruzione, consente di far “parlare” personaggi storici. Alcune aziende ne fanno uso per personalizzare campagne pubblicitarie multilingua.

Il secondo volto, però, è oscuro, ed è quello che preoccupa sempre di più. I Deepfake, infatti, possono diventare vere e proprie armi di disinformazione, con conseguenze importanti anche su larga scala: manipolazione politica (facendo dire a un leader politico cose mai pronunciate), diffamazione e vendetta (volti di donne inseriti in video pornografici falsi), truffe e frodi (simulazione di contatti di conoscenti per convincere a trasferire denaro), cyberbullismo (creazione di video umilianti nei confronti di giovani), crisi della prova digitale (se ogni video può essere falsificato, anche le prove in tribunale vacilleranno).

Sostanzialmente, la fiducia nella realtà vacilla.

Cosa dice la legge?

In Italia non esiste ancora una norma specifica sui Deepfake. Tuttavia, chi li crea o diffonde può essere perseguito per reati già previsti: diffamazione, violazione della privacy, uso illecito dell’immagine, truffa, istigazione all’odio, istigazione al suicidio. Se da un Deepfake deriva un danno concreto alla vittima, è possibile agire per il risarcimento del danno.

Come riconoscere un Deepfake?

Man mano che la tecnologia si evolve, individuare un Deepfake diventa sempre più difficile. A volte, alcuni segnali possono metterci in allerta: movimenti di viso e labbra meccanici, lieve asincrono tra movimento e voce, presenza di alcuni artefatti irreali in movimenti veloci, luci e ombre a tratti incoerenti. Altre volte, invece, la distinzione è quasi impossibile.

Cosa possiamo fare per difenderci?

Davanti a un attacco alla verità, la difesa migliore passa per tre fasi. Anzitutto, dubitare sempre dei contenuti in internet, anche dei più "ordinari" e credibili. In secondo luogo, astenersi dal condividere contenuti dall'alto impatto senza prima verificarli. In terzo luogo, verificare (attraverso una selezione delle fonti) se il video che stiamo vedendo trovi altri riscontri esterni in siti o da fonti affidabili.

Se, poi, ci rendiamo conto della falsità di un contenuto, segnaliamolo senza timore!

Possiamo essere utenti passivi, che si lasciano ingannare, oppure sentinelle della verità, capaci di distinguere, riflettere, agire con responsabilità. Dipende da chi scegliamo di essere!


Per approfondire un tema o contattare l'Avvocato Aldo Benato puoi scrivere all'e-mail: aldo@benato.it

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L'autore

Aldo Benato

Aldo Benato è un avvocato specializzato nella gestione e tutela dei dati personali e aziendali e in materia di criminalità informatica. Avvocato presso il Foro di Treviso e Data Protection Officer certificato ai sensi della norma UNI 11697, si occupa da anni di diritto e informatica e ha maturato una consolidata esperienza in materia di privacy & data protection, criminalità informatica e diritto della Rete. Parallelamente, matura una forte esperienza nel settore della formazione per scuole, aziende, professionisti e Forze dell'Ordine. Recentemente ha scritto il libro "Dizionario del Web - La guida per capire" (www.dizionariodelweb.it), uno strumento pensato per aiutare a sfruttare il web e la tecnologia con maggiore consapevolezza.