Intervista a cura di Anna Zaccaria
“Non ditemi brava!
La donazione delle cellule staminali
può salvare la vita ad una persona,
è questa la cosa straordinaria”
29 maggio 2012, ore 22,30 circa, reparto di Ematologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, camera sterile, nel letto Diego, mio marito, io seduta vicino…
In quel momento è entrata la dottoressa Elice tutta bardata, come lo ero anch’ìo, unico modo per proteggere da patogeni esterni i poveri pazienti affetti da leucemia e sottoposti a chemioterapia pre trapianto… “Noi siamo come i re magi” - disse la dottoressa - “portiamo un dono…” Quel dono era una sacca di cellule staminali di un donatore anonimo, ultima speranza per Diego e la mia famiglia.
Queste parole sono per me indimenticabili.
Trovare un donatore di midollo osseo è difficilissimo, e per aumentare le probabilità che la ricerca vada a buon fine è necessario incrementare il numero dei possibili donatori sensibilizzando soprattutto i giovani verso questo argomento.
Il 19 agosto Rosita Zarpellon, una ragazza del bassanese ha donato le sue cellule ad un uomo americano. L’ho incontrata e mi sono fatta raccontare la sua esperienza con la speranza che anche altri ragazzi possano seguire il suo esempio. Per entrare nella banca dati mondiale è sufficiente un piccolo prelievo di sangue e rilasciare il consenso per la tipizzazione.
Rosita ha 21 anni è una studentessa di scienze politiche a Padova e per mantenersi lavora in un bar del centro, è molto stupita delle attenzioni che i media locali le hanno riservato...
Rosita, quando si parla di cellule staminali e di midollo osseo, le conoscenze non sono molto approfondite…
Tanti mi dicono “brava brava…” ma sinceramente non mi sembra di aver fatto nulla di speciale ... ho dovuto fare alcune iniezioni e degli esami preparatori ma niente di impossibile.
Quando è iniziato l’iter che ha portato al prelievo delle cellule?
o ricevuto la prima telefonata ad aprile e mi è stato chiesto di recarmi a Vicenza per approfondire una possibile compatibilità con un malato. Dopo uno screening completo e una disamina sulle mie malattie pregresse è stata verificata la compatibilità per il trapianto e dato l’avvio alla fattibilità. A giugno ero impegnata con gli esami all’università per cui abbiamo preferito fissare per metà agosto. Il centro prelievi per il Veneto è a Verona, una settimana prima del prelievo mi sono recata al Centro per ricevere tutte le indicazioni da seguire nella preparazione e per effettuare la prima iniezione del farmaco che spinge il midollo osseo a produrre più cellule staminali e a farle confluire nel sangue periferico da cui sono prelevate. Poi la preparazione è stata fatta a casa fino al giorno prima.
In cosa consiste la preparazione a casa?
La preparazione è molto semplice: è necessario effettuare delle iniezioni sull’addome. Il farmaco accelera la produzione di cellule staminali, l’unico inconveniente è un leggero dolore alle ossa proprio dovuto al fatto che il midollo sta lavorando molto più del solito.
Come è avvenuta la donazione?
La donazione è durata 5 ore circa. In un braccio avevo l’ago per il prelievo. Il sangue dopo il prelievo veniva lavorato per estrarre le cellule staminali e poi reinfuso nell’altro braccio. Il tutto è stato fatto con estrema attenzione reidratando con sali minerali e con tutte le accortezze per eliminare i problemi di coagulazione.
Io non sono una donatrice di sangue e questa è stata in assoluto la mia prima donazione. Ammetto di avere paura degli aghi e dei prelievi ma qui la motivazione è stata molto forte e sono molto felice di averlo fatto.
A Verona ho trovato uno staff molto preparato e disponibile, in una stanza vicino c’era un altro ragazzo che stava donando nuovamente dei linfociti al suo ricevente dopo aver donato a febbraio, purtroppo a volte è necessario intervenire nuovamente.
Quale è stato il decorso post donazione?
Dopo la donazione siamo stati in ospedale ad attendere le verifiche sulla quantità di cellule raccolte, dopodichè sono tornata a casa, con me c’era anche mia mamma ma ho guidato io, non ho avuto bisogno di alcuna assistenza, veramente tutto è stato semplice.
C’è stato un momento in cui hai pensato di rifiutarti?
Devo essere sincera subito all’inizio sì, volevo rifiutare, avevo paura perchè non sapevo in cosa consistesse. Non conoscevo nessuno che l’avesse fatta, mi mancavano le informazioni. Su questo aspetto occorre fare un po’ di riflessioni e fare in modo che il potenziale donatore venga subito contattato non solo dal centro trasfusionale ma anche dall’ADMO Associazione Donatori MIdollo Osseo per accompagnarlo nel percorso di informazione / formazione.
Che cosa sai del tuo ricevente?
Poco o nulla .. So solo che è americano e che ha un mieloma che non risponde alle chemioterapie ma può solo sperare nel trapianto di midollo. Sono felice perchè le cellule raccolte sono moltissime e questo è di buon auspicio. Io rimarrò a sua disposizione … ora siamo legati anche se non ci incontreremo mai.
Come mai sei entrata nel registro dei donatori?
Mi sono iscritta come donatrice dopo un incontro fatto a scuola, raggiunta la maggiore età. È fondamentale iniziare dalla scuola!
E cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei?
La donazione di midollo è tanto semplice quanto importante. Le probabilità di essere chiamati sono minime ma la donazione può salvare la vita ad una persona e alla sua famiglia. Se si è in salute e si è giovani consiglio a tutti di andare a tipizzarsi. Io non sono qui a raccontare la mia storia per sentirmi dire “brava” lo faccio perchè vorrei diventasse normale fare una cosa così straordinaria come salvare la vita ad una persona. Il trapianto di midollo può salvare la vita, ricordiamocelo!