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Intervista a Lisa Lanzarini

Anna Zaccaria
Anna Zaccaria
25 febbraio 2025
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Intervista a Lisa Lanzarini

Formazione e Innovazione Didattica per una scuola migliore

Intervista a cura di Anna Zaccaria

Come sta la scuola italiana? A Bassano del Grappa ha sede un’azienda che è leader nel mondo della formazione e nella fornitura di strumenti tecnologici per la scuola. Lisa Lanzarini formatrice e marketing manager di questa azienda ci ha parlato di una scuola italiana che sta lavorando molto per essere all’altezza di un futuro complesso sempre più prossimo.

Chi è Lisa Lanzarini?

Sono Founder and CEO of @IFE Academy azienda che si occupa di formazione continua per docenti di tutte le scuole dall’infanzia alle superiori; Board member e Marketing manager di @Media Direct Group, insieme delle aziende di famiglia specializzate in fornitura di materiali per la formazione.

Di cosa si occupa CampuStore?

CampuStore è un'azienda familiare, è nata nella mia cameretta 31 anni fa (sono particolarmente fiera di questo) e ci occupiamo di forniture scolastiche, di tutti i beni durevoli che si possono trovare dentro una scuola, non forniamo fogli, pennarelli, ma tutto ciò che rimane nel tempo all'interno della scuola: arredo, laboratori, strumenti musicali per la lezione di musica e così via. Ma il nostro vero focus è l’innovazione didattica, le tecnologie educative e in particolar modo la robotica, robot per imparare.

A questo punto la domanda nasce spontanea... Com'è lo stato di salute della scuola italiana?

Io sono molto orgogliosa della scuola italiana e lo dico con cognizione di causa visto che la vivo da sempre. La scuola italiana è stata oggetto di un ripensamento importante da parte di persone veramente illuminate, soprattutto dal 2016 in avanti, quando c'è stata la prima grande riforma per cercare di portare un po' di attualità al suo interno. Venivamo da un’impostazione di scuola ottocentesca che per alcuni aspetti è ancora presente. Però il processo è iniziato. I risultati sono stati notevoli da parte del Ministero dell'Istruzione. L’obiettivo è portare le tecnologie e le competenze.

Dal mio punto di vista la scuola non deve preparare lavoratori, questa è una visione ottocentesca, la scuola deve formare cittadini con competenze per vivere nel mondo di oggi, per non essere esclusi, per essere e per creare una società democratica in cui tutti hanno accesso alle informazioni in modo da prendere decisioni consapevoli. Questo è secondo me il vero ruolo della scuola e per farlo, nel mondo di oggi, non può prescindere da certi strumenti, non può non essere digitalizzata, non può non preparare cittadini a capire se una notizia è vera o è falsa. il mondo è diverso non solo da 100 fa ma anche da solo 15 anni fa.

Il Ministero dell'Istruzione ha investito tanto in questa direzione, andando a puntare sul mondo delle STEM con un approccio didattico che è molto più laboratoriale, più inclusivo, che mira a evidenziare diverse forme di intelligenza.

Io sono cresciuta in una scuola, quella di 30 anni fa in cui era presente l'idea che ci fosse un modo solo di risolvere i problemi e di rispondere alle domande. Non è così. Dobbiamo affrontare problemi sempre più complessi per i quali non c'è solo un modo di rispondere.

La scuola quindi deve premiare le diverse forme di intelligenza, i diversi modi di approcciarsi ai problemi, perché questo è premiante anche per la società.

Fondamentale è allenare il senso critico. Escludere la tecnologia dai ragazzi non è la soluzione, occorre fare in modo che i ragazzi non la subiscano, questa è la chiave. Se la scuola si sottrae da questa discussione non porta avanti il suo compito proprio perché non crea pensatori critici rispetto agli strumenti che comunque i ragazzi utilizzano e utilizzeranno. La scuola deve prendere quegli strumenti e utilizzarli.

Le discipline STEM (letteralmente Science, Technology, Engineering e Mathematics) hanno un approccio al mondo che è estremamente rassicurante perché ci insegnano che di fronte a qualsiasi problema io posso trovare un modo per scomporlo e affrontarlo a pezzetti. Questa competenza che è scientifica può essere applicata a qualsiasi cosa.

L’approccio STEM, inoltre, porta all'interno della classe un concetto rivoluzionario che tanti adulti ancora non riescono a fare proprio. Le attività STEM implicano la necessità di commettere errori e questo è un grandissimo messaggio che diamo ai ragazzi specie nelle fasce d'età un po' più critiche un po' più fragili: non è sbagliato sbagliare, sbagliare non è brutto. Sempre più i ragazzi sono angosciati dal fallimento o del possibile fallire invece sappiamo benissimo che fa parte del percorso.

Quale modello educativo può vincere la sfida del futuro?

Il modello educativo vincente è un modello laboratoriale in cui non si assorbe solo quello che mi viene detto dall'insegnante o da un'autorità preposta. L’adulto deve essere un facilitatore, è esso stesso uno strumento nelle mani dei ragazzi attraverso il quale devono arrivare alla loro migliore versione, a scoprire il loro talento, la loro passione.

L'adulto non deve essere intimidito se i ragazzi sono più bravi a usare il computer; lui ha un altro ruolo, quello di portarli a usare criticamente quello strumento, a capire perché lo stanno facendo, è una guida a tutti gli effetti.

L'autorevolezza (non l’autorità) deve essere riconosciuta da parte dei ragazzi e questo purtroppo non sempre avviene…

Sicuramente viviamo in una società in cui non è facile essere insegnanti, in Italia in particolare rispetto ad altri paesi, spesso viene snobbato il ruolo di insegnante. In realtà sono le persone che formano il nostro futuro.

Chi verrà eletto domani, le persone che prenderanno le decisioni domani, chi sarà in una posizione di potere nelle aziende, oggi è a scuola. Investire oggi nella scuola significa investire sul futuro della mia nazione. E questo andrebbe capito. D’altra parte, il ruolo del docente o del dirigente scolastico, secondo me, è un ruolo sociale. Non è una professione che si può scegliere solo come un mestiere.

Ritornando alla vostra azienda, CampuStore è tra le aziende italiane evidenziate dal Financial Times per la loro crescita negli ultimi cinque anni. Quali sono state le sfide vinte alla base di questo risultato?

Noi lavoriamo principalmente con le scuole in Italia e ciò significa lavorare con la pubblica amministrazione. Per fare questo bisogna avere le spalle molto solide perché non c'è una ricorsività dei finanziamenti, non c'è un budget definito ogni anno con anticipo. E poi i tempi di pagamento sono molto lunghi e bisogna strutturarsi molto anche dal punto di vista finanziario.

Uno dei punti di forza che abbiamo avuto è stato non commercializzare qualsiasi cosa, ma scegliere e commercializzare prodotti di qualità, che durano nel tempo, che mantengono la loro promessa.

In questi 30 anni abbiamo lavorato con il 93% delle scuole presenti oggi in Italia e molte di queste continuano a tornare negli anni per altri materiali.

Negli ultimi 5 anni in particolar modo ci sono state tante opportunità legate ai fondi che sono seguiti al lockdown, all'emergenza del coronavirus.

Quando le scuole sono state chiuse a febbraio 2020, i nostri consulenti del controllo di gestione, ci hanno detto di chiudere tutto perchè da li a 6 mesi avremmo avuto grossi problemi di insolvenza. Noi non li abbiamo ascoltati, anzi! Abbiamo attivato una serie di servizi gratuiti legati alla formazione a distanza dei docenti che da un giorno all’altro si sono trovati nella nuovissima condizione di dover gestire delle classi a distanza. Ricordo infatti che prima del 2020 pochissime erano le scuole attrezzate con l'applicazione Classroom di Google.

Noi abbiamo creduto che essere al fianco ai dirigenti delle scuole e agli insegnanti in quel momento storico fosse giusto e doveroso. Poi sono arrivati i fondi che nessuno sapeva sarebbero arrivati e tantissime scuole si sono ricordate del percorso fatto insieme.

Oltre a questo, lo stesso Ministero per dare un'accelerata ulteriore all'innovazione che stava avvenendo, ha insistito in particolare su certi filoni su cui noi ci eravamo già posizionati molto bene negli anni precedenti: le STEM, la robotica, il coding. Noi avevamo già anni di storia su queste materie e mentre altre realtà erano impreparate e si sono improvvisate, noi avevamo una solidità, una credibilità che ci è stata riconosciuta.

Lisa Lanzarini per CampuStore che riceve il premio al Bett Award UK

E ora quali sono le sfide per il futuro?

Stiamo stringendo collaborazioni importanti con i nostri fornitori che hanno capito la nostra vision e ci riconoscono come partner innovativo e affidabile. Nelle varie fiere internazionali del settore educational stiamo ricevendo importantissimi riconoscimenti. LEGO® educational, la divisione per le scuole della LEGO® ha premiato CampuStore come miglior partner mondiale e se pensiamo a quanto piccola sia l’Italia, a quanto ridotti siano i fondi dedicati alla scuola rispetto a nazioni grandissime, possiamo capire quanto importante sia stato il nostro lavoro negli anni scorsi.

Rimaniamo un’azienda familiare di Bassano del Grappa, abbiamo una sede nuova presso il Palazzo delle Professioni ma puntiamo a portare questo modello in altre nazioni. Abbiamo appena aperto le nuove sedi in Germania e in Spagna e poi in Inghilterra.

Come dicevo affronteremo il futuro anche sviluppando prodotti nostri in partnership.

Una di queste è la collaborazione con Arduino, che è un'eccellenza italiana nel mondo, e che sviluppa schede elettroniche. Alcuni anni fa, per rispondere a un bando del Ministero dell'istruzione per sviluppare un prodotto educativo sulla sostenibilità ambientale, abbiamo contattato Arduino, per cui eravamo già distributori. Mettendo insieme il nostro progetto e le loro schede abbiamo ideato, prodotto e commercializzato un kit che alle scuole è piaciuto molto. È stato poi inserito fra i prodotti di Arduino e premiato come prodotto più innovativo dell'anno per le scuole durante i Bett award di Londra.

Fra le prossime sfide vi è quella di portare il nostro modello anche all'estero perché è incredibile, ma quello che facciamo noi in Italia non ha eguali, questo è quello che ci dicono i fornitori. Negli altri Paesi hanno aziende che magari si occupano di vendere solo i computer o solo i robottini alle scuole mentre noi li accompagniamo dalla consulenza alla vendita e alla formazione.

Lisa Lanzarini

Ma abbiamo un corpo docente preparato e formato ad usare questi nuovi strumenti didattici? Quello italiano è forse il corpo docente più anziano d’Europa…

Innanzitutto faccio una premessa: è vero che noi abbiamo uno dei corpi docenti più anziani d'Europa ma non è detto che i giovani siano più aperti mentalmente di chi è un po' più avanti con l'età. L'età è veramente solo uno stato mentale, a volte ci troviamo di fronte a ventenni chiusissimi rispetto a persone che invece hanno voglia di mettersi in gioco ancora a 50, 60 anni e che riconoscendo di non sapere qualcosa si rimettono a imparare. Ed è questo l’approccio che dobbiamo far passare ai nostri bambini e ragazzi: continua a imparare sempre e continua a divertirti, imparare è divertente non deve essere per forza una cosa tediosa, una cosa che ti fa soffrire, scopri il tuo talento scopri la tua passione continua a portarla avanti per tutta la vita.

La formazione continua è la sfida del futuro e noi da quattro anni siamo Ente formatore riconosciuto al ministero dell'istruzione. Abbiamo una nostra academy IFE (Innovation for education) e ci occupiamo di innovazione per la scuola quindi di sistemi innovativi e di metodologie. All’interno di questa academy lavorano 42 insegnanti provenienti da tutta Italia. Sono insegnanti a tutti gli effetti, la mattina sono in classe e il pomeriggio collaborano con noi per formare altri colleghi sulle novità, sulle metodologie. Li abbiamo selezionati in molti anni sono delle vere e proprie eccellenze; siamo onoratissimi di collaborare con loro. L’età media è di 40/45 anni.

Il ministero stesso che è consapevole dei tanti fondi elargiti per l’acquisto dei materiali didattici ora sta mettendo a disposizione risorse finalizzate in modo stretto all'utilizzo degli strumenti acquistati.

Oltre ai corsi di formazione finanziati continuiamo comunque con la nostra offerta formativa gratuita, con webinar, eventi in presenza per vedere i materiali didattici.

Qual è la risposta dei docenti?

Ci sono tanti docenti che percepiscono la necessità di cambiare ma possono provare una sensazione di inadeguatezza verso questi nuovi sistemi. Ci vuole comunque coraggio ad accettare questa sfida e rimettersi in gioco in un mestiere difficile con ragazzi che hanno altri bisogni, hanno altri sistemi familiari. Sempre più insegnanti lo stanno facendo. Devo dire di essere orgogliosissima degli insegnanti italiani perché quando andiamo in giro per il mondo a fare le fiere noto ancora più reticenza in realtà.

L’idea comune molto diffusa è che la scuola italiana sia sempre più fanalino di coda in Europa e nel mondo.

In Italia ma credo nel mondo, tutti pensano di poter parlare di scuola come tutti pensano di poter parlare di calcio perché sono stati a scuola una volta nella vita o perché hanno visto una partita di calcio. Sicuramente è un sistema perfettibile.

Per come la vedo io, una delle storture principali è data dal fatto che un dirigente non possa scegliere il corpo docente con cui deve lavorare, non si può essere licenziati e non si può essere premiati per l’eccellenza del proprio operato.

Ci sono tantissimi docenti che lavorano un'infinità di ore, ben oltre le loro ore di lavoro, nei weekend si formano, attraversano l'Italia con i propri soldi per continuare a fare aggiornamento professionale e per tutto questo non viene loro riconosciuto nulla, percepiscono lo stesso stipendio del collega che non si forma e socialmente hanno la stessa identica considerazione. Serve un sistema più premiante.

Team di CampuStore

Ma non si possono creare scuole di serie A e scuole di serie B…

Certo. L’obiettivo però deve essere quello di creare tutte scuole di serie A con insegnanti di serie A.

Ritornando alla domanda sul livello della scuola italiana, va detto che quello italiano è un sistema valido, chi esce dalla nostra scuola ha una preparazione ben superiore alla preparazione media degli altri Stati. Una cosa è la formazione e la preparazione per la vita, un’altra è la preparazione al superamento di un test di misurazione, sono due cose ben diverse.

Il tema della riforma della scuola è spinoso, il Ministero dell’Istruzione è il primo datore di lavoro. Io però da cittadina esigo che la scuola prepari dei politici capaci di affrontare dei problemi complessi che il futuro evidenzierà inevitabilmente.

All’interno della scuola ci sono dirigenti, insegnanti e personale ata non docente che si prodigano moltissimo ma vengono attaccati dai colleghi perché questo loro lavoro mostrerà l’inoperosità di altri. Un esempio virtuoso di dirigente scolastico è Laura Biancato, preside dell’istituto Einaudi con un passato al Ministero. In pochi anni è riuscita a coinvolgere una buona parte del corpo docente con nuovi strumenti didattici. In questa scuola gli studenti si muovono e affrontano le lezioni in aule preparate e allestite a seconda delle varie discipline: aule diverse per storia, italiano e discipline di indirizzo. L’eccellenza c’è, bisogna fare in modo che sempre più docenti e dirigenti si facciano contagiare dalla voglia di rimettersi in gioco perché l’insegnamento è il lavoro più bello del mondo!

Lisa Lanzarini

Si parla tanto di intelligenza artificiale, i ragazzi la stanno già utilizzando ed è uno strumento molto potente, qual è la vostra visione in questo senso?

Stiamo facendo tanta ricerca in questo periodo proprio sull'argomento, non credo sia un argomento che si può escludere dal tavolo della riflessione come non credo si possano escludere i cellulari, internet e così via. Gli strumenti ci sono e quando ci sono vanno portati al centro di una riflessione. La scuola non può tirarsi indietro di fronte a questa tecnologia. Sicuramente bisogna conoscerla. Ci sono tanti temi legati all’AI come la sicurezza del dato e la privacy. L’AI può essere nociva senza ombra di dubbio ma non si torna indietro e più la si conosce e si conoscono le potenzialità e i rischi meglio è.

A inizio gennaio siamo andati al CES di Las Vegas che è la fiera più grande al mondo sull'innovazione tecnologica non solo per la scuola e lì abbiamo visto tantissima intelligenza artificiale integrata che arriverà al consumatore tra qualche anno. L’AI troverà applicazione in tutti gli elettrodomestici di casa, lavatrici, frigoriferi, ed è impensabile che non entri a scuola. È importante però che a scuola entrino strumenti che sono stati predigeriti e capiti. Non tutta l'intelligenza artificiale è buona, non tutta l'intelligenza artificiale è cattiva. La sfida è imparare a usare strumenti e non accontentarsi della soluzione di questi strumenti.

Uno dei nostri formatori che è insegnante alle scuole medie fa dei laboratori di creatività con l’intelligenza artificiale. Il messaggio che vuole dare è l’AI è uno strumento ma la creatività, la stesura dei pront, l’idea deve essere tua e la devi sviluppare.

L’intelligenza artificiale ha la necessità di nuovi dati, di nuove conoscenze per poter fornire elaborati complessi e così anche la scuola si alimenta grazie al lavoro originale di persone e docenti desiderosi di fare la differenza. Se tutti apportassimo il nostro contributo originale permetteremmo al sistema di crescere, di diventare più brillante e utile.

Lisa Lanzarini al CES di Las Vegas

Alcune nazioni del nord Europa che per prime hanno digitalizzato la scuola stanno rivedendo la loro posizione ritornando all’analogico, cosa non ha funzionato?

In queste nazioni è stato commesso l’errore di confondere l’innovazione con la fornitura di tablet ai bambini anche piccoli. Questa non è innovazione. Si può fare innovazione con il pongo.

Fare innovazione è insegnare un metodo. Le tecnologie mi aiutano perché entusiasmano i ragazzi, perché parlano un linguaggio che i ragazzi capiscono di più. Nel momento in cui io do semplicemente degli ipad e non creo dei percorsi adatti al loro utilizzo, nel momento in cui io come adulto non mi formo per renderli strumenti creativi, io ho reso i ragazzi semplicemente fruitori passivi.

Io adoro il mondo LEGO® perchè lo scopo di questi strumenti è creare il gioco non giocarci e basta.

La nostra azienda in partnership con Giunti Scuola per la prima infanzia sta creando dei giochi che abbinano la dimensione tattile e materica con la tecnologia integrata.

Non bisogna aver paura della tecnologia ma cogliere le tante opportunità che questa offre per l'apprendimento.


Visita il sito CampuStore per scoprire di più sul lavoro di Lisa Lanzarini

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L'autore

Anna Zaccaria

Mille cose da fare ma non si tira mai indietro, troppo buona ma con grinta da vendere. Amante dei numeri, Anna è una vera esperta delle logiche e stratega del web marketing. Ha maturato una lunga esperienza nella gestione di progetti complessi di comunicazione digitale, mirando sempre alla concretezza e ai risultati.