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I (primi) 10 anni di Villa Angaran San Giuseppe.

Redazione Occhi
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27 giugno 2025
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I (primi) 10 anni di Villa Angaran San Giuseppe.

di Federica Nassi e Gelindo Cazzolaro

Nel 2015 è iniziata la terza vita di Villa Angaran San Giuseppe, complesso monumentale del XVI secolo a Bassano del Grappa. La vita come centro culturale, di riflessione e promozione di giustizia ambientale e sociale, dopo la prima come residenza nobiliare e “fucina” agricola, artigianale e commerciale e la seconda, di casa di spiritualità gesuitica.

Federica Nassi e Gelindo Cazzolaro

Da 10 anni Villa Angaran San Giuseppe è abitata dal consorzio Rete Pictor, una rete di organizzazioni che si occupano di disabilità, educazione, accompagnamento di adulti in situazione di vulnerabilità. Villa è il luogo in cui queste organizzazioni sviluppano e ibridano parte delle loro attività. Ma non solo: Villa è un bene comune, uno spazio per e della città. È un porto, attraversato quotidianamente da centinaia di persone diverse per età, provenienza, bisogni e desideri, che qui si ritrovano e convivono. È un hub dove si sperimenta, si innova per restituire, sempre, qualcosa alla comunità. È un luogo dove si producono e diffondono cultura e socialità attraverso eventi, mercatini, rassegne periodiche, social forum e serate di degustazione. Insomma, Villa è tante cose, ha e potrebbe avere in(de)finite definizioni. Se passando chiedete che cos’è o che cosa sta accadendo, probabilmente persone diverse vi risponderanno in maniera diversa. Proprio per questo nelle scorse settimane Gelindo Cazzolaro (volontario esperto della storia di Villa) e Federica Nassi (story-teller di Villa) hanno incontrato e ascoltato varie voci su che cosa siano stati questi primi 10 anni di Rete Pictor, interrogandole non solo sul passato ma soprattutto su ciò che ogni giorno viene messo in discussione, cambia, si trasforma, ritorna o intraprende strade nuove; sulla visione di ciò che sarà. Tra difficoltà e fatiche ma con la consapevolezza di vivere quotidianamente un’occasione. Queste le voci di tante persone – non tutte, ovviamente. Nessuna esaurisce quello che si potrebbe dire ma ognuna è preziosa nel restituire un pezzo di questa grande, faticosa ma al contempo meravigliosa complessità.

L’inizio

Nel 2015 i gesuiti, con un atto profondamente lungimirante e rivoluzionario, decidono di affidare Villa in comodato d’uso a tre organizzazioni del territorio, Adelante, Conca d’Oro e Luoghi Comuni. L’idea iniziale non è semplice: organizzare gli spazi tramite la logica della contaminazione, ovvero luoghi attraversati da più realtà a vocazione sociale. Ben presto ci si è resi conto che la costruzione di uno spazio condiviso - non solo fisico ma anche di pensiero - non è solo ambiziosa ma intrinsecamente collettiva. Si procede per “tentativi ed errori”, crescendo nel confronto continuo con scuole, amministrazioni, enti, Università, soggetti privati. In ascolto, sempre. Soprattutto si parte dalle reti di collaborazione instaurate e consolidate da decenni di lavoro che hanno portato esperienze, idee, progetti, più complessi e innovativi di quelli che ciascuno, da solo, avrebbe potuto portare.

Diventare un Bosco

Il bosco è una delle metafore che spesso usiamo per descrivere il nostro funzionamento, orientato a una governance diffusa e trasversale. È un’immagine che si è fatta spazio progressivamente, soprattutto con l’importante apertura nel 2023 del Parco Nord come spazio verde cittadino. Prima per descriverci parlavamo di “fronde”: ogni servizio un tralcio. Il Bosco invece è qualcosa di vivo, in cui, in ogni momento, possono nascere nuovi alberi e nuove connessioni fra le radici. Richiede una profonda e continua cura delle relazioni, che passa attraverso la condivisione di pratiche, l’allestimento di occasioni di confronto e riflessione.

Le Carubine e il progetto Dalle Radici Alle Ali (DRAA)

Il centro diurno Le Carubine arriva in Villa a settembre del 2017 per accogliere persone adulte con disabilità complessa. Inizialmente è stato necessario un adattamento agli spazi e alle altre realtà di Villa, nonché il continuo ripensamento delle modalità di gestione delle attività quotidiane per garantire un approccio che vada oltre l'assistenza. Il progetto DRAA inizia invece nell’ottobre 2021: le persone che vi partecipano, attraverso attività e semplici progettualità, sperimentano momenti di convivenza in piccolo gruppo al fine di apprendere abilità e competenze necessarie per la minor dipendenza possibile da familiari ed educatori.

Ramaloch, una casa da costruire

Nel dialetto cimbro Ramaloch significa “baraonda”. È un termine che ben descrive la comunità diurna per minorenni: un ambiente pieno di vita e di movimento, dove storie diverse si incrociano. Le ragazze e i ragazzi di Ramaloch sono in Villa dal febbraio 2018. Come per le Carubine, gli spazi più belli e più ampi sono stati volutamente destinati alle persone in situazione di maggior vulnerabilità. In una comunità infatti lo spazio è un aspetto determinante: l’idea di casa orienta le scelte e gli allestimenti. Gli ambienti sono pensati per essere personalizzabili, accoglienti, sicuri. Sono sentiti come propri anche perché educatori, ragazzi e ragazze se ne prendono cura assieme.

Immagine di un evento di musica alla sera in Villa Angaran

Todomodo: un’attività commerciale in uno spazio sociale

Todomodo comprende tutto quello che è ristorazione in Villa: aperitivi, colazioni, pranzi, cene, serate di degustazione ed eventi. È un servizio che è cambiato molto nel corso del tempo, che continua a cambiare. La gestione di un’attività di questo tipo necessita di uno sguardo altro sulle persone e sulle cose, diverso rispetto a quello di un esercizio commerciale standard. Uno sguardo non facile e pieno di complessità ma sicuramente stimolante. Durante l’anno ruotano intorno a questa realtà decine di persone diverse: stagionali, persone in inserimento lavorativo, persone in percorsi formativi e professionalizzanti. Per tutte e tutti è necessario garantire un servizio che tuteli la dignità del lavoro e sostenga il percorso – personale e professionale - che ogni persona sta compiendo in Villa.

Tutte le sfumature del verde

Gestire lo spazio verde in una Villa storica significa essere perennemente sottoposti a vincoli storici: gli interventi vanno sempre autorizzati dalla sovrintendenza e dalla Guardia Forestale, ricordandoci quanto il connubio tra storia e natura, tra patrimonio ambientale e culturale, sia fondamentale. C’è dunque un forte legame con la storia, anche se nel tempo molte cose sono state stravolte. Il verde, proprio come nei giardini delle grandi ville venete di un tempo, è oggi essenziale e dominante. La sensazione è quella di trovarsi in uno spazio antico, da un lato, ma di immergersi in una realtà estremamente contemporanea, dall’altro.

Crescere insieme

Uno dei grandi temi attraversati in questi anni di “nuova vita” della Villa è il rapporto fra le generazioni, nella consapevolezza che la presenza dell’infanzia influenza positivamente l'ambiente e le persone che lo abitano, portando a una migliore comprensione e condivisione all'interno di quella che diventa così una comunità educante nel senso profondo dell'espressione, ovvero in cui tutti e tutte si occupano del benessere e della crescita di ciascuno e ciascuna.

Le bambine e i bambini trovano in Villa spazi aperti e in natura dove giocare liberamente o partecipare a diverse proposte educative e laboratoriali pensate per stimolare la creatività e attivare l’immaginazione. Lavorare su e con l'infanzia significa però anche lavorare con gli adulti, ovvero genitori, insegnanti, figure educative di riferimento, che qui possono trovare spazi di confronto, momenti di formazione, laboratori genitori - figli/e, pensati per accompagnare con sempre maggior consapevolezza la crescita delle nuove generazioni, in un contesto socio-culturale che recupera e si arricchisce così dello sguardo, pieno di meraviglia, dell'infanzia. Di cui crediamo, sempre maggiormente di questi tempi, ci sia tanto bisogno.

L’arte in Villa

Atelier F è un progetto artistico che nasce in Villa nel 2022 per dare nuova vita all’ex falegnameria dei gesuiti. Il progetto, tutto al femminile, comprende corsi, laboratori con adolescenti, mostre artistiche. La contaminazione di tutte queste attività con il mondo di Villa avviene attraverso la collaborazione costante con scuole di ogni ordine e grado. Il territorio è presente anche nel dialogo con le e gli artisti nei vari percorsi espressivi, dalla fotografia all’acquarello, dall’incisione alla ceramica. L’idea che anima Atelier è chiara: i linguaggi della creatività permettono a ogni persona di trovare il proprio spazio, per stare meglio con sé e con chi ci circonda.

Persone sedute alla sera nel giardino di Villa Angaran davanti a un palco

Non abbiamo detto tutto, forse nemmeno nel migliore dei modi. Questo, di fatto, è solo un inizio. Per darsi la propria risposta su che cosa sia questo posto, cosa vi accade, come funziona e verso dove potrebbe andare, forse è necessario avvicinarsi. Entrare, come ci ha detto qualcuno recentemente, e sbilanciarsi, essere disponibili al cambiamento. Vi aspettiamo, dunque. Qui le porte, per scelta, restano sempre aperte.

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