CULTURA

Intervista al trio comico Marco e Pippo

Redazione Occhi
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26 febbraio 2024
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Intervista al trio comico Marco e Pippo
I loro spettacoli sono tutti sold out, nei social sono seguitissimi, ma chi sono Marco e Pippo il duo che in realtà è un trio?
Noi di Occhi abbiamo cercato di carpire qualcosa di loro “… con belle domande” così le hanno definite loro … ma temo che un po’ di sana presa in giro nei miei confronti ci sia … giusto così … fa parte dei personaggi!!!
E per chi non ha ancora visto un loro spettacolo uno dei prossimi appuntamenti è a Bassano del Grappa sabato 27 aprile.
Concedetevi un paio d’ore di sane risate per uno spettacolo di Teatro Cabaret “AVANTINTRIO” in cui Italiano e dialetto veneto si fondono per dare vita ad un nuovo e affascinante linguaggio comico! 

Marco, Pippo e Gaetano: cosa volevate fare da bambini?

Ah però… bella domanda! Il nostro sogno fin da bambini era quello di diventare dei grandissimi e brillanti attori comici veneti. Possibilmente assieme ad altri due compagni con cui far divertire le persone nei teatri e nelle piazze del territorio. Per ora siamo fermi a “veneti”…su grandissimi, brillanti e attori stiamo ancora lavorando.

Cosa direbbero Marco Pippo e Gaetano, da adulti, a quei bambini?

Bella domanda! Semplicemente un grande grazie, perché il loro spirito è rimasto ancora acceso dentro di noi, e chissà se non è proprio grazie al loro “fare capolino” che vengono fuori le idee più divertenti, spontanee e geniali.

Qual è fra i vostri personaggi, il preferito (uno per ciascuno)?

Pippo: “il personaggio che più mi piace interpretare è sicuramente il nonno, perché è quello che mi richiede meno fatica. Forse perché sono vecchio dentro, o forse perché mi ricorda i parenti anziani che fin da piccolo ascoltavo per ricaricarmi di risate”.
Gaetano: “penso che Vianeo da Mestre mi dia la possibilità di portare sul palco quella “sana” arroganza liberatoria, che mi permette di dire sempre quello che penso senza filtri. Cosa che altrimenti non mi sarebbe possibile fare… Almeno così dice il nostro avvocato”
Marco: “Elsa Faggin è sicuramente il personaggio in cui mi diverto di più, perché mi consente di uscire da qualsiasi schema mentale, parla sempre senza filtri e libera tutta la sua creatività…

La comicità veneta fa sempre un po’ fatica a valicare i confini della regione. Quali sono secondo voi i motivi? C’è qualcosa che si può fare?

Questa è una bella domanda…
I motivi possono essere tanti: ragioni culturali, storiche, pregiudizi, paure, pensieri, opere, omissioni. A noi però piace rovesciare questa visione e farla diventare un punto di forza, anziché viverlo come un limite. L’utilizzo del veneto è proprio la nostra cifra stilistica, che se dovessimo eliminare in virtù di una maggiore comprensione, potrebbe rivelarsi controproducente. E come diceva Sir Oliver Skardy dei Pitura Freska quando a Sanremo gli chiesero: “Non sei preoccupato del fatto che le persone potrebbero non capire le tue canzoni in veneto?” lui rispose: “E parchè secondo ti tutta ea gente capisse l’inglese?”


Quando non siete sul palco cosa fate?

Bella domanda… facciamo la spesa, coccoliamo i nostri animali, portiamo fuori i nostri figli, andiamo a fare shopping al posto delle nostre compagne, coloriamo i libri da colorare, disegniamo i libri da disegnare e leggiamo i libri da leggere, attacchiamo le figurine sui muri, suoniamo i campanelli e scappiamo… le cose comuni che piace fare a tutti.

Qual è il flusso di creazione, in generale, di un vostro sketch?

Bella domanda… Crediamo sia simile al percorso di creazione che uno chef compie per la preparazione di un nuovo piatto. Partiamo sempre da uno stimolo: quello di raccontare qualcosa, di descrivere una situazione che ci ha fatto divertire, quello di condividere un pensiero, un gusto e perché no, una sorpresa. Poi la stendiamo su un tavolo, la osserviamo da punti di vista diversi, la condiamo con la visione (molto diversa) di ognuno di noi e la impastiamo per bene. Solo allora la impiattiamo, e finalmente “l’assaggiamo”…e il più delle volte, la facciamo tornare di nuovo alle fasi precedenti fino a quando non siamo davvero soddisfatti e possiamo servire ai nostri invitati. Come un grande chef… con la differenza che noi non siamo capaci di cucinare altro che ‘na pasta col tonno…

Perché dovremmo venire al vostro spettacolo dal vivo?

Bella domanda… innanzitutto se vi piace la pasta col tonno, è il posto giusto per voi! Poi per tutti gli altri è anche l’occasione di conoscere tutto ciò che non riusciamo a mettere nei video, nei podcast, nel testo dei nostri libri. O l’occasione per conoscere meglio le sfaccettature dei nostri personaggi, conoscerne di nuovi e soprattutto godersi due ore di divertimento, lontano dai pensieri ma vicino ad altre persone, con cui condividere l’emozione e l’energia che sono uno spettacolo dal vivo regala. 
E come diceva il grande chef Amedeo Da Magnare: “Na pasta col ton, ze el piato pi bon!”. Grazie per questa intervista e complimenti: sono tutte belle domande!

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