CULTURA

Il nuovo museo - Intervista a Barbara Guidi

Anna Zaccaria
Anna Zaccaria
28 marzo 2023
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Il nuovo museo - Intervista a Barbara Guidi
Barbara Guidi, direttrice dei Musei Civici, fa un bilancio della mostra e rilancia con nuove proposte espositive.

Dottoressa Guidi lei è arrivata a Bassano a novembre del 2022 e si è trovata subito in una situazione difficile: quella di dover organizzare la mostra ufficiale per le celebrazioni del bicentenario della morte di Antonio Canova in piena pandemia...
Senza dubbio l’inizio non è stato semplice: sono arrivata al 2 novembre e il 3 ho dovuto chiudere i musei a causa del secondo lock down. Questo è stato un bene e un male: ho avuto il museo completamente a mia disposizione e così ho imparato a conoscerlo, ma al contempo non potevo relazionarmi in modo appropriato con l’esterno in un momento in cui si iniziava la genesi di una mostra così imponente come quella dedicata al Canova. In quella fase dovevamo iniziare a sondare la disponibilità dei musei internazionali ad eventuali prestiti, le riunioni organizzative si svolgevano solo via web. Sicuramente è stato più difficile rispetto ad una situazione normale. 

Come è stata concepita la mostra all’inizio? 
Io e i curatori, Guderzo e Pavanello, volevamo mostrare un Canova a 360 gradi. Come sempre succede, si ha un’idea che all’inizio non è così precisa, ma va sondata e la sua attuazione va messa alla prova. L’idea iniziale si trasforma e si plasma anche in funzione delle sollecitazioni esterne come le conferme o i rifiuti per i prestiti Più l’idea è solida e chiara, scientificamente fondata e più è facile che si arrivi alla fine con una mostra che risponde quasi in tutto e per tutto a quello che si è immaginato all’inizio. Da subito volevamo fare una mostra che restituisse il profilo europeo di questo grande uomo e per fare questo dovevamo svelare tutte quelle connessioni che lo hanno reso appunto il massimo scultore di tutti i tempi, la persona che dialogava con i grandi della terra pur rimanendo una persona umilissima e nello stesso tempo, far comprendere i tanti lati della sua personalità che è stata veramente fuori dal comune.

Immagino che anche lei abbia scoperto lati del Canova non conosciuti
La preparazione di una mostra ti porta ad immergerti nel modo dell’artista e dell’uomo. E’ un confronto che porta ad un arricchimento personale con un processo molto simile a quello che si ha con le persone viventi. E’ successo così anche per l’allestimento della mostra dedicata a I Bassano, in particolare con Jacopo: condividere la quotidianità con queste opere e avere la il privilegio di un incontro così ravvicinato ti dà modo di farti delle domande. II cercare le risposte ti porta ad entrare nel loro mondo sempre di più.

Oltre al Covid anche la guerra vi ha creato non pochi problemi.
Non posso negarlo, la guerra ha impedito i prestiti dell’Hermitage e del Museo di Kiev ma il progetto non è variato. La storia che abbiamo raccontato è la stessa semplicemente con opere diverse. Dall’Hermitage avrebbe dovuto arrivare l’amorino Iosopof, al suo posto abbiamo ottenuto il prestito del gesso da parte del Museo Correr di Venezia, la testimonianza dell’opera che raccontava quel pezzetto di storia di Canova c’era comunque.

Quando ha capito che il lavoro fatto era di alta qualità?
Il giorno dopo l’inaugurazione, il 15 ottobre. Io sono una persona perfezionista. Quando ho visto la mostra realizzata, mi sono resa conto che avevamo raggiunto l’obiettivo.

E cosa rimane a Bassano di questo grande evento.
Io credo e spero che resti la consapevolezza per il Museo, per l’amministrazione e per la città intera che Bassano ha veramente il profilo per poter essere una delle capitali della cultura in Italia. C’è un luogo e un’istituzione culturale che produce delle iniziative di altissima qualità, che ha una collezione straordinaria e che propone eventi di assoluto richiamo e interesse e non ha nulla da invidiare ad altre grandi città. 

È di questi giorni la notizia di una nuovo allestimento per le collezioni permanenti del Museo
Lo stiamo vedendo con la mostra “I Bassano. Storia di una famiglia di pittori“: le opere della collezione permanente sono state riscoperte dagli stessi bassanesi. Il museo deve offrire a queste opere una visibilità nuova ecco perché abbiamo deciso di procedere con il rifacimento dell’allestimento del piano nobile. I musei sono organismi viventi, quello di Bassano era fermo da un po’ di anni e ora è arrivato il momento di procedere ad una sua nuova riorganizzazione. Nuova esposizione, nuove luci nuove didascalie. E’ normale, fisiologico, assolutamente opportuno immaginare un allestimento che valorizzi ogni opera, che consenta a ciascun visitatore, di qualunque provenienza culturale geografica, di comprendere quello che sta vedendo per far nascere il desiderio di tornare. 

Quali saranno i prossimi impegni del Museo?
Innanzitutto la mostra su I Bassano rimarrà aperta fino il 10 settembre. La consiglio veramente a tutti. L’inaugurazione del nuovo Museo in autunno sarà accompagnata da due importanti mostre. La prima, che verrà inaugurata il 21 ottobre, nata in collaborazione con CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino, sarà dedicata ad una delle più grandi fotografe di tutti i tempi: Dorothea Lange conosciuta soprattutto per l’iconica foto “Migrant Mother”. La Lange è stata una figura straordinaria della fotografia sociale nella prima metà del ‘900, capace di raccontare le difficoltà dell’America negli anni della grande depressione.
La seconda mostra, programmata per la prima metà del 2024, darà risalto al grande patrimonio remondiniano delle collezioni civiche bassanesi e avrà come protagonisti i protagonisti dell’incisione veneta del Rinascimento. La mostra “Rinascimento in bianco e nero. L’arte della stampa a Venezia (1494-1615)” sarà allestita nella Galleria Civica dal 24 febbraio al 2 giugno 2024 e attingerà alla ricca collezione della città, che la rende capitale europea di tale arte, e godrà di importanti prestiti di prestigiose raccolte pubbliche e private

Come è nata la mostra su I Bassano?
L’allestimento non ha avuto bisogno di grandi risorse, è un progetto virtuoso perché ha saputo valorizzare quello che già c’era per raccontarlo in maniera assolutamente nuova. Per fare questo abbiamo avuto il contributo di una grande scrittrice Melania Mazzucco che ha scritto un libro - racconto bellissimo. Il lavoro di preparazione della mostra è durato circa un anno. Sapevamo che per allestire Canova avremmo dovuto disallestire le collezioni permanenti, a quel punto è nato il problema di dove posizionare le opere del Bassano. Non dobbiamo dimenticare che ogni anno ci sono tantissimi visitatori che giungono qui in città per ammirare le sue opere, mi sarebbe dispiaciuto renderle indisponibili e portarle in un deposito. Da qui l’idea di una mostra capace di abbinare la forza dell’immagine e il potere della parola scritta. Accanto ad ogni quadro è presente un estratto del libro: il nostro desiderio è che il visitatore si fermi a leggere e che si faccia portare dalla sua immaginazione nei luoghi lontani dipinti da i Bassano. Il libro scritto dalla Mazzucco è in vendita in esclusiva nel nostro museo ed è da collezionare.

Dopo mostra sulla fotografa Ruth Orkin, un’altra mostra sulla fotografia…
La fotografia è una grandissima arte, è un linguaggio che vale assolutamente la pena far conoscere e far studiare e mettere in mostra. Tutti noi siamo nati in un mondo in cui la fotografia ha plasmato la nostra immagine del mondo. Ti induce a credere che quello che tu stai vedendo è reale, ma in realtà non sempre è così, è un mezzo artistico veramente straordinario. Questa seconda mostra di fotografia mette in luce capacità di Bassano di essere un luogo in cui ogni anno si racconta un capitolo importantissimo della storia di quest’arte. Dopo Ruth Orkin per la quale Bassano è stata la prima tappa in Italia del tour internazione, quest’anno presenteremo l’opera di un’altra grande fotografa donna, l’america Dorothea Lange. Questo mi piace molto, penso infatti che le fotografe donne abbiano avuto una sensibilità diversa, un modo di vedere alternativo a quello maschile. Le sue foto iconiche sono tutt’ora attuali 

La seconda mostra in fase di allestimento e programmata per febbraio 2024 è dedicata all’arte incisoria, una sfida importante… 
La stampa, come la fotografia, è stata una grande rivoluzione: alla fine del Quattrocento è successo una cosa epocale che ha permesso di riprodurre immagini e di farle circolare con una facilità impensabile prima. Possiamo paragonare questa rivoluzione ai cambiamenti avuti con il digitale. La nostra scommessa è quella di far percepire al pubblico la peculiarità di quest’arte che è difficilissima ma che ha una grazia straordinaria.

E cosa consiglierebbe a una giovane diciottenne appassionata d’arte, magari con il desiderio di diventare direttrice di un museo?
Ai giovani dico sempre di fare ciò che più li appassiona. Io ho avuto la fortuna di fare una scelta in totale autonomia dalla famiglia scegliendo un percorso di studi che mi attraeva fortemente senza pensare al dopo. Dopo pian piano la strada mi si è chiarita da sola. Quando studi ciò che ti appassiona, tutto è più facile. Poi occorre perseguire con determinazione i propri obiettivi.

Su cosa, a suo avviso, dovrebbe lavorare la città di Bassano del Grappa per diventare ancora più attrattiva?
Bassano è una città bellissima, Non mi sento di attribuirmi il ruolo di dire cosa fare o non fare. Sento i turisti che passano in museo e restano tutti molto colpiti del posto, della qualità di vita, della pulizia della città, dei piccoli tesori. Non è una città monumentale, ma ti regala degli scorci assolutamente suggestivi, affascinanti. Bassano è una città attrattiva e i numeri sul turismo in forte crescita ne sono la dimostrazione.

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L'autore

Anna Zaccaria

Mille cose da fare ma non si tira mai indietro, troppo buona ma con grinta da vendere. Amante dei numeri, Anna è una vera esperta delle logiche e stratega del web marketing. Ha maturato una lunga esperienza nella gestione di progetti complessi di comunicazione digitale, mirando sempre alla concretezza e ai risultati.

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