CULTURA

Il mio Canova - Intervista a Mario Guderzo

Anna Zaccaria
Anna Zaccaria
28 marzo 2023
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Il mio Canova - Intervista a Mario Guderzo
Mario Guderzo è stato, assieme a Giuseppe Pavanello, il curatore della mostra “Io, Canova. Genio Europeo”, lo abbiamo incontrato, a mostra conclusa, per farci raccontare il suo Canova. 

La mostra “Io, Canova. Genio europeo” ha mostrato aspetti diversi dell’uomo: non solo artista ma anche diplomatico, collezionista e protettore delle arti. Chi è Antonio Canova?
La mostra è stata progettata per far conoscere a tutti il valore di questa persona incredibile: prima di tutto proprio come scultore, ma anche come viaggiatore, come diplomatico, come ambasciatore. Canova è stato tutto questo, è stato un personaggio della storia, non è stato solo lo scultore. Nessun altro artista ha racchiuso in sè così tanti aspetti diversi, neppure il grandissimo Michelangelo
Antonio Canova, nato nella piccolissima Possagno, era internazionale, girava per l’Europa, si relazionava con le persone più potenti dell’epoca, lavorava anche per l’America. La mostra non voleva fermarsi alla bellezza dei marmi canoviani ma raccontare la sua relazione con la storia, la sua storia nella storia. 
Canova era in relazione con tutto il mondo: quando Napoleone volle un ritratto chiese espressamente che fosse commissionato a Canova, lo stesso Jefferson per il monumento a Washington lo fece fare dall’italiano Canova. 
Canova è un uomo della storia perché ha avuto la capacità di trovare le modalità più opportune per relazionarsi con i grandissimi: non aveva timore di disquisire neppure con il grande Napoleone. 
Questa è stata la vera mostra delle celebrazioni dei 200 anni della morte. E il nostro obiettivo è stato raggiunto, lo vediamo dai numeri: ben 81.000 presenze in 133 giorni di apertura.
Il Museo di Bassano è il Museo dei documenti canoviani perché qui c’è la sede del Comitato nazionale per la pubblicazione delle opere di Canova. Il Museo di Possagno è l’immagine iconografica dell’individuo, perché là ci sono tutte le opere. Questo è, secondo me, il distinguo. E il mondo che vuole parlare di Canova deve frequentare questi due luoghi. 

In più città italiane sono state organizzate mostre dedicate al Canova: un bene o un male?
Le mostre sono sempre un arricchimento culturale, ma a mio avviso c’è stata una corsa troppo veloce a chi organizzava l’esposizione prima del bicentenario vero e proprio, facendo perdere un po’ il senso e il valore dell’attesa. Io penso che tutte le mostre fatte in contemporanea avrebbero creato ancora più interesse e sinergia.

Cosa rappresenta per lei Canova che è stato direttore dl museo di Bassano e della Gypsoteca di Possagno?
Mi reputo una persona fortunata perchè nella vita sono riuscito a fare il lavoro che desideravo fare.  Quasi per caso mi sono ritrovato qui a Bassano come vice direttore e poi direttore, trovandomi immerso nelle sue opere. La passione per il Canova però è iniziata all’università nel 1976 quando è stato pubblicato da Rizzoli quello che è ancora oggi è il volume fondamentale su Canova “Tutta l’opera di Canova” curato dal professor Pavanello, con me curatore di questa mostra.
Antonio Canova ha riempito la mia storia e posso dire che in più situazioni, magari quando ero preso da sconforto o preoccupazioni e mi sedevo in museo a guardare le sue opere, mi ha dato la serenità e la forza per rimettermi al lavoro, perché l’arte e la sua bellezza hanno una forza dirompente.
Essere direttore di due musei mi ha permesso di relazionarmi con tantissime persone e di capire come funziona il mondo. Con molta umiltà, anche grazie al Canova, mi sono interfacciato con i direttori dei musei più importanti al mondo sapendo che la conoscenza è un percorso che non avrà fine.
Da alcuni anni tengo lezioni presso le università per adulti e scopro quanta fame di sapere ci sia da parte di chi per vari motivi ma ha avuto la possibilità si studiare storia dell’arte. I musei e le biblioteche devono essere concepiti per permettere a tutti di accedere al sapere. I musei non devono essere luoghi per persone già acculturate ma luoghi di formazione continua, permanente.

Il Covid con la chiusura dei musei ha mostrato quanto importante sia la bellezze che regala l’arte...
Sì, il covid ha insegnato una cosa fondamentale ossia che la cultura e l’arte è forza trainante per l’economia mondiale. Peccato però che, forse, ce ne siamo già dimenticati.
Bassano è stata arricchita dalla mostra, ma ricordo le proteste perché i camion con le opere bloccavano il mercato… mi piacerebbe che la gente riflettesse su questo, dobbiamo avere tutti un visione più lungimirante anche in funzione del bene della collettività.

Qual’è la sua opera preferita?
È l’Amorino Lubomirski commissionato da Elzbieta Lubomirski che, vedova, aveva eletto il fanciullo, lontano parente del marito, suo inseparabile pupillo. Alla base dell’opera c’è una storia bellissima che mi piacerebbe poter raccontare magari con l’aiuto di un regista. La scultura è stata commissionata durante il viaggio in italia di questo fanciullo. Abbiamo trovato la narrazione completa di tutto il viaggio possiamo solo immaginare lo stupore e la meraviglia di questo ragazzo che vede l’italia e le sue città per la prima volta.

Grazie alle sue ricerche è riuscito a ritrovare l’ultima opera del Canova “La Maddalena giacente” ma lei è alla ricerca di un’altra opera, a che punto è?
Si le confermo che sono alla ricerca di un’altra opera del Canova, come per la Maddalena abbiamo a nostra disposizione molte informazioni sulla commissione e la prima proprietà ora dobbiamo finalizzare la ricerca. Mi sta aiutando il collezionista gallerista Daniel Katz grazie al quale abbiamo recuperato la testa di Lucrezia d’Este. Ormai ci siamo manca veramente poco.

La mostra ha mostrato al pubblico per la prima volta la Maddalena Giacente, che effetto le ha fatto?
Dopo 200 anni, l’ultima opera di Canova è stata mostrata al mondo proprio qui a Bassano, direi che possiamo veramente esserne orgogliosi. Non sono stati i musei più blasonati ma il nostro piccolo Museo. 

Secondo lei cosa si può fare ancora su e per Antonio Canova?
Ora bisognerebbe buttarsi a capofitto sulla pubblicazione di tutti gli scritti così da avere una base di documenti fondamentali per scrivere la sua biografia. Stiamo assistendo alla pubblicazione di tantissimi libri che però raccontano tutti le stesse cose già conosciute. La biografia di Canova andrà scritta quando tutto sarà stato sondato.

Cosa pensa di rapporto fra arte e digitalizzazione? 
Anche nell’allestimento della nostra mostra abbiamo inserito una componente visiva che dava movimento alle opere di Canova. Sicuramente può aiutare nell’allestimento. Inoltre il museo ha già digitalizzato tutte le sue lettere e questo ne facilita la diffusione. Grazie a tecniche di digitale e alla ricostruzione in 3d potremo operare interventi di restauro importanti anche su opere qui presenti in museo relegate a posizioni marginali perché molto danneggiate 
Una cosa però è certa: l’arte va mostrata, va vista, va ammirata. Il Museo di Bassano spero continui a proporre alla comunità percorsi culturali di ampio respiro e portata.

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L'autore

Anna Zaccaria

Mille cose da fare ma non si tira mai indietro, troppo buona ma con grinta da vendere. Amante dei numeri, Anna è una vera esperta delle logiche e stratega del web marketing. Ha maturato una lunga esperienza nella gestione di progetti complessi di comunicazione digitale, mirando sempre alla concretezza e ai risultati.