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Le donne, da sempre paladine dell'arte e della cultura

Christian Cheso
Christian Cheso
27 febbraio 2023
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Le donne, da sempre paladine dell'arte e della cultura
Nell’ambito delle arti visive la figura femminile è spesso associata all’essere musa e modella per grandi artisti, fautrice grazie alla sua bellezza dei capolavori più belli del patrimonio storico. Tuttavia, molte donne furono brillanti progettiste, pittrici e scultrici, accomunate da un prezioso talento e dalla voglia di non piegarsi alle regole imposte dalla società della loro epoca. Molte di loro, grazie ai ruoli di potere che riuscirono a guadagnarsi, divennero mecenati e sostenitrici di talentuosi artisti, promuovendo lo sviluppo socio-culturale e contribuendo alla produzione di inestimabili opere che ancora oggi possiamo ammirare.

Isabella d’Este fu una delle donne più autorevoli e potenti del Rinascimento, reggente del marchesato di Mantova nonché capofila della moda del tempo: il suo innovativo modo di vestire venne copiato per decenni dalle nobildonne di tutta Italia. Durante il suo regno si circondò dei più abili pittori e decoratori, dialogando con essi alla pari, anche su un piano estetico e teorico. Oltre 30.000 lettere conservate presso l’Archivio di Stato di Mantova, l’Archivio Gonzaga, restituiscono l’incredibile impegno per la cultura che Isabella sviluppò per permettere a tutti i cittadini di fruirne. Celebre il suo progetto di decorazione per il Palazzo Ducale a Mantova, per il quale commissionò i dipinti ad Andrea Mantegna, Giovanni Bellini e Pietro Perugino, fornendo lei stessa precise indicazioni di stile. 

Eleonora Duse fu una delle più grandi attrici tra l’Ottocento e il Novecento, celebre anche per la sua storia di amore e passione con Gabriele D’Annunzio. Eleonora giunse per la prima volta ad Asolo alla fine del 1892, ospite dell’amica americana Katherine de Kay Bronson che aveva conosciuto a Venezia. L’attrice soggiornò nella casa asolana dell’amica, detta “La Mura”, nei pressi di Porta Loreggia e delle antiche mura medievali che cingono la città. Il soggiorno fu breve ma intenso: la Divina si innamorò del borgo veneto che regalava pace al suo spirito e al suo corpo stremati dai continui spostamenti dovuti alle tournée. Nel 1919, dopo essersi ritirata dalle scene, fece ritorno ad Asolo e risiedette per un lungo periodo in una prestigiosa abitazione detta “Casa dell’arco”, la quale inglobava l’antica porta medievale di Santa Caterina e consentiva di godere della vista sia della pianura che del Monte Grappa. Il contributo della Duse fu fondamentale per l’immagine di Asolo, che divenne sempre più una destinazione di fascino e prestigio.   

Gaia da Camino, figura storica citata da Dante nel Canto del Purgatorio della Divina Commedia, era la feudataria della graziosa cittadina di Portobuffolè, in provincia di Treviso, attorno al 1300. Gaia partecipò attivamente alla riqualificazione urbana migliorando le architetture del centro storico, tra cui anche la sua residenza, una casa-torre medievale con facciate ingentilite da bifore con capitelli a fiori di loto. All’interno dell’edificio si possono ammirare ancora oggi splendidi cicli di affreschi di matrice rinascimentale. Gli ambienti dell’elegante ed antica dimora ospitano periodicamente mostre di arte contemporanea dedicate di volta in volta a temi specifici. L’edificio, che si sviluppa su quattro piani, ospita nei suoi ultimi due piani il Museo del Ciclismo: inaugurato nel 1995, è ad oggi considerato uno dei più importanti nel suo genere.

Properzia de’ Rossi è ricordata come la prima scultrice della storia d’Europa. Fu così brava nel suo lavoro da essere invidiata dagli uomini che, per convenzione, erano solitamente gli unici a svolgerlo. Il mondo dell’arte non la ricorda solo per le sue sculture e i rilievi di grande pregio, ma anche per le sue originali miniature: opere d’intaglio sui noccioli di pesca, susine e persino ciliegie, che venivano poi combinati con metalli preziosi per creare spille, medaglioni, stemmi e pendenti. Properzia era capace di scolpire cose infinitamente piccole. A Firenze, nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, è possibile visionare alcune opere che descrivono la sua grande abilità e maestria, tra cui un piccolo nocciolo intagliato con il volto di centinaia di personaggi della passione di Cristo, da ammirare a pieno con una lente di ingrandimento.

Anche l’iconica Imperatrice Sissi fu una preziosa sostenitrice dell’arte e della cultura italiana. I suoi innumerevoli viaggi includevano spesso il nostro territorio, in particolare modo l’Alto Adige e l’area di Merano, dove soggiornò nella splendida cornice di Castel Trauttmansdorff, appositamente rinnovato e sontuosamente arredato per la famiglia reale. La dimora si distingueva per la grandiosa veduta sulla valle, per le pregevoli stufe in maiolica, per gli affreschi e i soffitti lignei riccamente adornati. Fu grazie al soggiorno dell’Imperatrice Sissi a Trauttmansdorff che la cittadina di Merano divenne celebre in tutta Europa. Il Castello e i suoi splendidi giardini sono visitabili dalla primavera all’autunno e costituiscono uno degli esempi più interessanti di garden design a livello mondiale.

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L'autore

Christian Cheso

Marketing Specialist per l’Hotellerie e il Turismo. Cofondatore del circuito Blamche Hotels.