Coltivare la Saggezza
Demetrio Battaglia
28 luglio 2023Il termine saggezza spesso suscita emozioni contrastanti.
Tutti vorremmo essere saggi ma, al contempo, quando pensiamo a una persona saggia la immaginiamo come inarrivabile, lontana come una meta irraggiungibile.
Arricciamo il naso se qualcuno si definisce saggio perché è una qualità che non è bene attribuirsi, ma è giusto che siano gli altri a riconoscere.
Insomma, la qualità della saggezza è complessa e quando, durante le lezioni di meditazione, dico che è una condizione che si può coltivare tramite le pratiche di consapevolezza spesso noto sguardi confusi se non addirittura perplessi.
In teoria è molto semplice, nella pratica decisamente meno.
La meditazione è una disciplina che ci mette in contatto con qualcosa di più profondo, stabile, centrato e armonioso. Questo essere in contatto produce di per sé consapevolezza che è l’anticamera della saggezza.
Dare una definizione di saggezza non è semplice, ma se dicessimo che è la capacità di sentire ciò che è giusto, buono, retto, sano penso saremmo sulla buona strada. Questo sentire però non è un sapere, non è un conoscere, non è nemmeno uno scegliere… è appunto un sentire.
Se fossimo in grado di essere in contatto con quel Sé più profondo non avremmo mai dubbi, purtroppo raramente siamo in quella condizione e perciò, molto spesso, le vie che prendiamo sono condizionate da mille fattori esterni, non sempre buoni e spesso poco saggi.
La meditazione è una via che ci insegna, lentamente, nel tempo e con la disciplina e raggiungere quello stato d’essere e a permanervi.
Le vite dei maestri, che da millenni ci raccontano la via della meditazione, sono la diretta testimonianza di quale sia il risultato del percorrere quel sentiero. Le loro parole, i loro gesti, le esperienze che sono tratteggiate nei testi che ne raccontano la vita sono un manifesto che ci narra la saggezza.
A differenza della sapienza che attiene all’intelletto, la saggezza è una virtù del cuore in grado di riflettere la purezza dell’anima e, per questo, è scevra da ogni condizionamento terreno. In alcuni momenti, nella pratica meditativa, si esperisce una condizione di purezza mentale, di libertà e gioia luminosa. In quei frangenti si vive un intenso stato di libertà e grazia, spesso per pochi istanti, nei quali si avverte un’apertura e una capacità di visione impossibile da raggiungere nel normale stato di veglia o nella vita che conduciamo tutti i giorni.
Vivere anche per pochi istanti quello stato rischiara l’orizzonte e fa capire, oltre ogni dubbio, che siamo dotati di un immenso potenziale e che, come dicono i testi orientali, siamo divinità inespresse in attesa si essere rivelate. Purtroppo, di questi tempi, sovente siamo noi i primi sabotatori della nostra grandezza.
Rompete quindi gli indugi e cercate di incontrare il maestro saggio che alberga in voi…
Questo è il momento!
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L'autore
Ricercatore, scrittore e informatico