Quando manca il carapace
Sebastiano Zanolli
01 dicembre 2025Ho letto un’intervista a Bernard-Henri Lévy sul Corriere della Sera. Paolo Valentino lo ha incontrato a Parigi per parlare di “Insonnia”, il suo ultimo libro.
A un certo punto Levy dice, “Come tutti coloro che sono stati bambini amati dai genitori, e uomini amati dalla loro donna, ho un piccolo carapace di invulnerabilità, sottile, non indistruttibile, ma c’è”.
Aldilà del personaggio, a volte controverso, la frase però mi ha colpito molto. E ho pensato nelle mie quotidiane riflessioni che spesso nei rapporti aziendali molto si gioca su quel pezzo di iceberg non visto, il mondo da cui provieni.
Perché c’è gente che arriva in azienda con quel carapace, e gente che arriva senza. E noi magari non lo vediamo. Pensiamo che siano tutti uguali davanti al conflitto, davanti alla critica, davanti a una riunione che va male. Ma non è vero. John Bowlby un famoso psicanalista lo ha spiegato studiando l’attaccamento, chi è stato amato da bambino può costruire dentro di sé una “base sicura”, fondamenta invisibili che reggono quando tutto trema.
Chi non ha avuto quella fortuna spesso resta fragile in modi che non si vedono, ma si sentono, ogni giorno, in ogni disaccordo, in ogni momento in cui qualcuno dice no.
È una paura antica. La sensazione che il mondo possa crollare da un momento all’altro, che un errore sia una condanna, che un conflitto sia l’inizio della fine.
E allora ti difendi, ti irrigidisci, attacchi prima di essere attaccato. Stai cercando di sopravvivere. Quando vedo qualcuno che in azienda viene chiamato “difficile”, mi chiedo sempre, cosa ha passato quella persona prima di arrivare qui?
Marco va in tilt se riceve un feedback davanti agli altri. Laura non riesce mai ad ammettere un errore, anche piccolo. Stefano risponde male ogni volta che viene messo in discussione. Anna si blocca se deve chiedere aiuto, come se fosse un’ammissione di fallimento.
In azienda conta il risultato, non la storia personale. Vero.
Ma se vogliamo quel risultato, forse conviene capire come ottenerlo da persone diverse.
Con Marco posso dare il feedback in privato. Con Laura posso creare contesti dove l’errore sia normale, non una catastrofe. Con Stefano posso anticipare il disaccordo invece di presentarlo come sorpresa. Con Anna posso normalizzare il chiedere aiuto nel team.
Sul lavoro non siamo chiamati a fare gli psicoterapeuti, non dobbiamo indagare sulla vita privata di nessuno. Ma forse possiamo smettere di pretendere che tutti reggano allo stesso modo. Creare spazi dove anche chi ha paura possa respirare.
Levy sa di essere stato fortunato. Non tutti hanno avuto quell’angelo.
E questo non significa che tutti quelli difficili siano vittime da compatire. Qualcuno è davvero tossico e va gestito.
Ma prima di arrivare a quella conclusione, vale la pena chiedersi se questa persona mi sta danneggiando o sta solo cercando di non crollare.
Perché se è la seconda, forse c’è strada.
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L'autore
“Fare raggiungere ad individui e squadre i propri obiettivi professionali, mantenendo la propria umanità” è la ricerca e la sfida che Sebastiano Zanolli si è dato negli ultimi 25 anni e che continua ad approfondire. Un caso abbastanza raro di formatore che continua testardamente a lavorare in azienda fondendo la pratica con la teoria. Nato nel 1964, dopo la laurea in Economia presso l’Università Ca’ Foscari, ha maturato esperienze significative in ambito commerciale e marketing, ricoprendo posizioni di responsabilità crescente: ha occupato i ruoli di Product Manager, Brand Manager, Responsabile Vendite, Direttore Generale ed amministratore delegato di brand di abbigliamento in aziende come Adidas e Diesel. Si è occupato di politiche di Employer Branding come consulente di Direzione e presta la sua opera sulle strategie e progetti di Heritage Marketing. È autore di 7 volumi di grande successo: “La grande differenza” (2003), “Una soluzione intelligente” (2005), “Paura a parte” (2006), “Io, società a responsabilità illimitata” (2008), “Dovresti tornare a guidare il camion Elvis” (2011), “Aveva ragione Popper, tutta la vita è risolvere problemi” (2014), “Risultati solidi in una società liquida” (2017). Tutti i libri sono editi dalla Franco Angeli.