Spesso mi chiedono un bel romanzo sul rapporto madre/figlia, ecco ho finalmente una risposta convincente. Questa autrice parigina ha scritto una storia avvincente e ricca di ingredienti contrastanti: poesia e nausea, memoria e pulizia, malattia e sensibilità, amore e risentimento, dolore e riconcilazione.
La storia di una rottura, di un’assenza, della disperata eppure vitale ricerca di un ritorno, non a ciò che non si è stati, ma a ciò che ancora è possibile salvare di un amore tra una madre e una figlia. Quando riceve un messaggio dalla sua agente che le annuncia il ritrovamento di sua madre, scomparsa quando era solo una ragazzina, Magdalena non esita nemmeno per un istante. Va alla stazione e sale sul primo treno per il Sud Ovest della Francia. Attrice assai celebre, ha vissuto per trent’anni senza sapere più niente di Apollonia, la donna che le ha dato la vita e che un giorno «se n’è andata», come le avevano detto suo padre e i suoi nonni. In tutto questo tempo Magdalena ha interpretato i suoi personaggi per non sprofondare, per sopravvivere a quell’assenza, e nel momento in cui sta per ritrovarla si ritrova anche lei, nuda, aperta a ogni possibilità. Tornare a te è il suo viaggio verso la madre, un viaggio anche interiore verso la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua famiglia, i suoi amori. Un viaggio carnale, morbido, esitante, in cui lentamente si svela un segreto antico e doloroso, un’omissione tacitamente trasmessa, e che però è la chiave di ogni cosa. Ma Tornare a te è anche un omaggio ad Antigone e ai grandi miti letterari che hanno plasmato la nostra cultura e di cui Magdalena è diventata la voce. Di fronte ad Apollonia, così lontana e fragile, questa voce interiore finalmente emerge, inquieta ma anche determinata a svelare l’enigma delle loro esistenze. Nello spazio di qualche giorno, in quella casa dissestata su un canale, Magdalena segue un magnifico cammino di riconciliazione con la madre e con sé stessa. E la vita sognata e la vita vissuta diventano una cosa sola.
APPUNTI SU UN'ESECUZIONE
Autore: Danya Kukafka
Editore: Bompiani
Argomento: Lettori curiosi
Prezzo: € 20,00
Ho trovato questo romanzo molto avvincente, pur uscendo dagli schemi del genere giallo. La versione distaccata del serial killer è difficile da dimenticare per i lettori. Ma sono le voci femminili che catturano perversamente. Si continua a leggere e a sfogliare le pagine affascinati, coinvolti, anzi implicati.
Ansel Packer è nel braccio della morte: ha davanti a sé dodici ore prima di essere giustiziato. Ha ucciso tre ragazze e non c’è possibilità di grazia. Solo una speranza: la complicità di Shawna, guardia carceraria avvinta dal suo fascino equivoco e disposta a farlo fuggire. Mentre il conto alla rovescia incombe, la voce seducente e ossessiva di Ansel si alterna a quelle delle donne più importanti della sua vita: Lavender, la madre, schiacciata da una relazione violenta che ha abbandonato senza pensare alle conseguenze; Saffy, la detective della Omicidi che con intuito e pazienza ha riconosciuto l’assassino, l’ha braccato, l’ha catturato; e Hazel, che ha visto la gemella consumarsi in una passione malata. Sorretto da un ritmo tesissimo, animato da personaggi densi di luce, questo romanzo è anche un’indagine sul tetro, ambiguo mito del serial killer.
Danya Kukafka è cresciuta in Colorado e poi si è trasferita a New York. Da anni lavora in editoria e oggi è agente letteraria. Il suo romanzo d’esordio, Girl in Snow, è stato pubblicato da Bompiani nel 2017. Con Appunti su un’esecuzione ha vinto il prestigioso Edgar Ward per il miglior romanzo 2023.