BENESSERE

Piccola nota polemica…

Demetrio Battaglia
Demetrio Battaglia
26 settembre 2024
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Piccola nota polemica…
Saltuariamente mi diverto ad andare a vedere cosa dicono i vari esperti di altre discipline circa la Meditazione. È una disciplina diventata talmente popolare negli ultimi quindici, vent’anni che tutti, ma proprio tutti si sentono in diritto di parlarne, a volte… portate pazienza, a sproposito.
Non essere esperti di qualcosa, qualsiasi sia questa cosa, autorizza a dare un punto di vista, a portare una propria opinione, ma difficilmente a sentenziare attorno a una materia.
Seguivo qualche giorno fa un terapeuta, del quale naturalmente non rivelerò il nome, che raccontava di come si debba smettere di meditare perché l’atto della meditazione non ha a che fare con la “vita vera”, ma sia piuttosto una sorta di fuga dalla realtà che non aiuta a risolvere i veri problemi, soprattutto quelli mentali-emotivi.
A queste parole, devo dire la verità, sono sobbalzato sulla sedia e la mia mente è andata al buddismo. Il primo pensiero ad affiorare infatti è stato: “Liquidare così 2.500 anni di storia della meditazione, da quando Buddha ci ha donato lo stile Vipassana, mi pare esagerato.”
Naturalmente non è mia abitudine commentare questi interventi, sinceramente non ne ho il tempo e devo dire nemmeno la voglia, ma vorrei portarvi una riflessione proprio attorno a questa modalità che, purtroppo, ha preso piede non solo nel commentare la meditazione, ma in tanti altri campi.

Com’è possibile liquidare una disciplina millenaria su cui si sono cimentati centinaia e centinaia di maestri, di enorme caratura, e correnti di pensiero raffinatissime per secoli e secoli, in una decina di minuti di video, senza tra l’altro apportare un argomento solido a supporto, e tantomeno chiarendo cosa si intende per meditazione e quali sarebbero le esperienze in merito per avvallare queste tesi.
Mi sarebbe piaciuto fare una sola domanda a questo terapeuta: “Quali esperienze sul campo può addurre a sostegno di questo suo punto di vista? In soldoni… dopo quanti anni di meditazione quotidiana (e sottolineo quotidiana) lei può esprimere un punto di vista di questo genere?”

E qui veniamo a noi e all’insegnamento che di dà questo episodio.
La meditazione deve essere una esperienza di vita, la pratica meditativa diventa un atto trasformativo solo dopo anni che si pratica costantemente, con dedizione, con disciplina e perfino sbagliando strada prima di trovare la propria modalità. È una disciplina senz’altro efficace ma come sono solito dire ai miei allievi: “Se non ti abbandoni alla meditazione non accade nulla, nemmeno dopo anni.”
Se ci si limita a fare qualche prova saltuaria, se ci si limita a stare con gli occhi chiusi qualche mattina cercando di stare sul respiro e dopo qualche settimana dire che: “La meditazione non può funzionare perché non riguarda la vita vera”, quella trasformazione non accadrà mai.
La meditazione può far fiorire la miglior versione di noi stessi, ma non sarà una passeggiata e non sarà un semplice stare a gambe incrociate ad occhi chiusi per qualche giorno.
La pratica meditativa, se presa seriamente, assomiglia molto di più al periglioso viaggio di Odisseo che a una comoda seduta di relax per favorire il sonnellino pomeridiano.

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L'autore

Demetrio Battaglia

Ricercatore, scrittore e informatico