BENESSERE
L’uomo al centro
Demetrio Battaglia
28 ottobre 2024Articolo un po’ anomalo per questa rubrica ma penso essenziale per orientarsi nel mondo della meditazione ma, a questo punto, non solo in quel mondo.
Abbiamo assistito, soprattutto nel percorso storico di fine novecento e inizi del nuovo millennio, a una potente accelerazione della tecnologia e di tutto ciò che essa concerne. Gli strumenti di cui il tanto decantato progresso ci ha dotato sono ai limiti della fantascienza. Mai ci saremmo aspettati di avere addirittura un’Intelligenza Artificiale in grado di supportare i nostri compiti e impegni come uomini in questo pianeta.
Ma in tutto questo, l’uomo, che posto ha?
Non avvertite che, pian piano, anno dopo anno, l’uomo pare diventare sempre più marginale in questa folle corsa al progresso, in questa strana percezione di un mondo sempre più veloce, comodo, efficace ma… disumanizzato?
Penso sia legittimo e a volte necessario che l’umanità si doti di strumenti che la aiutino nella sua sopravvivenza in questo pianeta, soprattutto quando quegli strumenti sono utili a salvare vite, a curare malattie, a generare benessere, questo è certo. Penso invece sia molto pericoloso dare poca attenzione a quanto, in questa lunga transizione tecnologica, si abbandoni l’uomo a se stesso quasi rendendolo un oggetto, spesso vittima delle macchine che ha costruito.
Sembra uno scenario post-apocalittico?
Pare una narrazione alla Matrix?
Non penso… è sufficiente guardare a quale grado di assuefazione sono arrivate le nuove generazioni, e non solo, nell’immergersi completamente nella tecnologia, alienandosi quasi dalla vita reale, percettiva, concreta per sprofondare in un mondo fittizio, spesso banale e per nulla formativo.
Per riportare al centro l’uomo e fare in modo che la tecnologia sia uno strumento e non uno scopo, un mezzo e non un fine, è necessario insegnare all’uomo come tornare al centro, come sentire di essere, come percepirsi come tale.
Purtroppo questo stile di vita crea automi, come direbbe Gurdjieff, persone che non agiscono più ma vengono agite dalla società in cui vivono. Persone che scivolano, surfano come su una tavola sulle onde, non fermandosi mai per prendere contatto con quel Sé profondo di cui ci raccontano tutte le vie spirituali e filosofiche.
Questa società ha abbandonato lo scopo principale dell’esistenza: “Conosci te stesso.”
È necessario iniziare da piccoli, da bambini, quando ancora non siamo stati completamente contaminati dai processi alienanti di una società che ci vorrebbe solo lavoratori, consumatori e, saltuariamente, elettori.
Insegnare ai bambini a tornare al centro, a sentirsi, ad ascoltare il proprio corpo e il proprio respiro li aiuterà da adulti a non venire trasportati dalle vicissitudini della vita come foglie al vento, ma di essere in grado sempre e comunque di radicarsi, ti stare in quel centro di consapevolezza profonda, unico vero punto fermo di ogni essere umano in questa avventura chiamata vita.
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L'autore
Ricercatore, scrittore e informatico