ATTUALITÀ
Intervista a Violante Placido
Francesco Bettin
30 agosto 2022Tanto cinema, nel percorso di Violante Placido, ma anche tanta tv e appena può, la musica. Già, quella passione che ha da sempre e che non la abbandona mai e che fa di lei un’artista completa che sa mettersi in discussione ed è alla ricerca continua di espressioni ed esperienze. Nonostante dei punti fermi, proprio come la musica, ad esempio. Da poco ha pubblicato un singolo, “TU stai bene con ME”, che è anche un video molto bello girato dal compagno, il regista Massimilano D’Epiro. Violante è stata recentemente anche al Padova Pride Village, per una serata a metà tra il teatro e la musica, “Femmes Fatales”, uno spettacolo distribuito da AidaStudio Produzioni dove omaggia cinque artiste particolarmente affascinanti, Marianne Faithfull, Patty Pravo, Yoko Ono, Francoise Hardy e Nico, in scena con la sua band. “Il cinema lo conosco bene, i suoi meccanismi, le dinamiche. La musica, che è una passione che mi accompagna da sempre, ti mette più a nudo, Sul palco continui sempre a imparare, ti tiene inevitabilmente elettrica, sempre, lì non ci si può assentare, soprattutto quando racconti qualcosa in più di te stessa”. Questa sua dichiarazione è chiara, netta, fa percepire tutta la passione sentita. E il giorno dopo del live, sempre a Padova, Violante avrebbe dovuto presentare (ma una pioggia intensa lo ha impedito) il film “Femminile singolare”, sette episodi distinti tra loro, dove lei, in uno di questi, interpreta una madre con un figlio disabile, con al centro il problema della sessualità nella disabilità che come ci dice lei stessa, giustamente, “è un tema piuttosto nell’ombra di cui si parla molto poco”. Il film doveva esser presentato a “Cinemauno estate” e curato dal Centro Universitario Cinematografico. L’intervista che segue ci racconta una Violante se non proprio inedita, meno conosciuta, quella che fa musica ma con la stessa grinta di quando recita.
Cinema, teatro, e musica: due anime, le tue, Violante, che si sono incontrate e convivono insieme? Certo, convivono bene soprattutto in questo spettacolo, dove ho scelto di rappresentare in “Femmes fatales” queste cinque artiste attraverso dei monologhi che le raccontano un po’ nell’intimità, su testi miei e di Michele Primi, attraverso delle cover arrangiate insieme alla mia band. Uno spettacolo fatto di musica e parola dove le due anime che citi si sono unite per portare sul palco ciò che più amo.
Non sei nuova alla musica, hai anche inciso due album che sono stati pubblicati anni fa col nome Viola. E adesso un nuovo singolo, ma col tuo nome completo. Si’, sono appena uscita con questo singolo, “TU stai bene con ME”, un brano in italiano che esce a distanza di un po’ di anni dall’ultimo disco, “Sheepwolf”, che era quasi tutto in inglese. Ho deciso che era il momento di far uscire il mio vero e completo nome anche nella musica proprio per il discorso di prima, oggi c’è una sola Violante e mi sembrerebbe strano dividere quelle due anime.
Parliamo di cinema e teatro. Sei figlia d’arte, hai sempre respirato aria di spettacolo fin da piccola, cinema, teatro, tv. La musica appunto. C’è un luogo artistico dove ti vedi meglio? Questa è una domanda che mi viene fatta spesso, semplicemente dico che tutti i luoghi dell’arte, personalmente, mi nutrono e in tutti questi luoghi amo esprimermi. Non vedo perché per forza ci debba essere una classificazione.
Del film “Femminile singolare” cosa ci puoi dire? Sono sette storie di donne che affrontano i propri ostacoli nella società di oggi, come l’essere femminile, madre, lavoratrice. Sette episodi interpretati anche da Catherine Deneuve, Monica Guerritore e altre attrici. Io faccio la mamma di un ragazzo disabile, il tema è sempre molto importante.
C’è un personaggio, una storia o un progetto che ameresti fare, che aspetti particolarmente? Personalmente non mi proietto troppo nel futuro, non saprei. Sicuramente c’è sempre l’attesa di un personaggio che ti sconvolga, che ti travolga, ma ora che mi sto dedicando alla musica e a questo spettacolo, lo faccio completamente. Tra un impegno cinematografico e l’altro inserisco delle date di “Femmes Fatales”, e poi sto promuovendo il nuovo singolo, e c’è un altro brano che sta già in una colonna sonora scritto con Boosta. Insomma mi voglio dedicare un po’ alla musica, che è sempre un mio amore.
Mentre suoni sul palco, le emozioni sono diverse da quando reciti, sia sul set che a teatro? Le emozioni mentre suono sono forti. Rispetto al cinema, sul palco quando si fa teatro o si suona si continua sempre a imparare, ci si sente inevitabilmente elettrici, sempre. Lì non ci si può assentare, soprattutto quando si racconta qualcosa in più intimamente, come accennavo prima.
Del tuo ultimo singolo hai fatto anche un bel video, firmato da Massimiliano D’Epiro, il tuo compagno. In “Femmes Fatales” canti anche questa canzone? Principalmente nello spettacolo racconto delle artiste che hanno dovuto lottare in quanto donne contro dei pregiudizi nel mondo dell’arte per trovare spazio. Mi piace raccontarle proprio per questo, nel loro essere artiste, raccontando il loro percorso da quel punto di vista ma anche nel percorso proprio di donne per l’affermazione di indipendenza artistica. Il mio singolo lo suono nei bis, comunque.
Di questa tua nuova canzone che ci dici? E del video? Innanzitutto diciamo che si può vedere online. E’ musica che si unisce al cinema, facciamo una citazione del film di Marco Ferreri “La donna scimmia”. Già in “Precipitazioni”, un altro video di anni fa, avevamo fatto una citazione da un film di Roman Polanski, “L’inquilino del terzo piano”. E’ il mio modo di raccontarmi e che mi rappresenta, fare dei video elaborati, non è necessario nemmeno troppo il racconto, oggi. Mi piace anche andare in qualche modo controcorrente. Il video di “TU stai bene con ME” dà tanti spunti di riflessione, a partire dalla capacità che dobbiamo avere di saper ascoltare il battito del nostro cuore. Senza tante domande. E di avere anche il coraggio per affrontare le nostre paure, di riuscire a scegliere quello che ci fa stare bene può comportare tanti ostacoli diversi per ognuno di noi. Nel film di Ferreri la donna barbuta veniva tenuta nascosta in un ospizio come se non fosse degna di avere un suo posto nella società, noi gli abbiamo dato una connotazione positiva, con questa coppia che fa un rito sciamanico, quasi di liberazione da tutte le paure che possono essere il pregiudizio delle persone o la cattiveria. Alla fine i protagonisti hanno la forza di vivere il loro amore alla luce del sole camminando in mezzo alla gente, al grido di “chi mi ama mi segua”. Tutti i dettagli li abbiamo curati io e il mio compagno, sono quelle cose “autoprodotte” che ti danno tanta libertà, possibilità di esprimerti e metterci anche cura. E la Puglia è stata disponibilissima, ci ha sostenuto tanto. Alla fine vedi che ritornano le mie radici pugliesi?
Come hai vissuto il periodo più difficile della pandemia? Pensavi che il tuo lavoro potesse in qualche modo fermarsi? Sai che è una domanda che non sono riuscita a pormi? Ero talmente incredula, come tutti, e scombussolata di quello che stava succedendo, un evento inaspettato, terribile.
Hai fatto tanto cinema, ma a una tua regia hai mai pensato? Sinceramente no.
Dopo questo nuovo singolo pensi di far uscire un nuovo album prossimamente? Più avanti potrà anche essere, ora sto lavorando su dei nuovi brani, ma fare musica non necessariamente deve partire dal progetto di fare un album nuovo. Oggi poi non è più neanche necessario uscire con un album, puoi farlo solo con i brani singoli.
In questo tuo spettacolo, che segnaliamo con piacere e invitiamo a vedere, c’è qualcuna delle cinque cantanti che omaggi a cui ti senti più vicina per un verso o per l’altro? Forse Francoise Hardy, caratterialmente, che è quella che mi assomiglia di più in questo senso, ma in fondo tutte mi restituiscono veramente tanto, cosa che a mia volta io voglio restituire al pubblico. La Hardy è quella che apparentemente ha avuto un percorso più sobrio, sicuramente il suo travaglio se l’è vissuto più, diciamo, fuori dalle luci. Yoko Ono, invece, è quella che ha dovuto mediaticamente combattere di più, subendo di tutto.
Ma della Hardy cosa ti ha colpito di più? Di lei mi piace il lato schivo che però riesce a raccontarsi molto bene e che attraversa la sua musica, restituendoci emozioni con grande sensibilità e arte. Artista emancipata, ha cercato di sfuggire a certe trappole mediatiche, scrivendo da sola e raccontando il suo mondo.
Come mai hai scelto questi cinque nomi tra tante icone musicali? Tutte hanno significato molto per me, innanzitutto Patty Pravo è stata l’artista più risolta, quella che è riuscita a esprimersi senza limiti. Anche lei era molto emancipata, colta, con una gran convinzione, una grande personalità. Se non l’avesse avuta non avrebbe fatto il percorso che l’ha portata a essere lei, fino a oggi. Ma anche le altre, tutte coraggiose, con vite a volte anche tortuose, con qualcuna di loro che ha toccato il fondo ma che è risorta dalle proprie ceneri, come Marianne Faithfull. E Nico, che si è persa nel buio in cui ha navigato ma che al tempo stesso ha avuto il coraggio di andare a fondo alle tenebre della sua anima. Hanno avuto tutte delle personalità importanti senza dubbio.
Violante fruitrice musicale: c’è qualcuno che ascolti più di altri, una musica che ti appassiona particolarmente? Mi piace andare spesso alla ricerca dell’ascolto di nuovi artisti, sentire cose nuove, e quando capita magari all’improvviso è ancora più bello. Poi, quelli che ascolto da sempre continuo ad ascoltarli anche oggi, e sono tanti.
Dunque “Femmes fatales” continua in giro… Ci saranno delle date che incastrerò negli altri miei impegni cinematografici, televisivi e teatrali. Questo è uno spettacolo che non è in tour continuativo, ma certamente mi potrete trovare in giro. Attenti dunque a queste “Femmes fatales…”
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L'autore
Francesco Bettin si occupa di teatro, cinema, poesia, libri, eventi vicini e lontani, personaggi e interviste. Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso articoli e interviste a scrittori, giornalisti, attori e artisti.