ATTUALITÀ
Intervista a Sebastiano Zanolli
Redazione Occhi
29 marzo 2024Sebastiano è un amico di lunga data per OCCHI e per me, il 28 febbraio scorso è uscito il suo ultimo libro “Lavorare è collaborare” edito da ROI Edizioni. Abbiamo voluto approfondire alcuni degli aspetti a lui più cari convinti che possa essere di grande ispirazione per giovani e adulti impegnati a rendere migliore il loro vivere in azienda e non solo.
Cara Anna,
È sempre un piacere interagire con te e con il pubblico di OCCHI, un’occasione per riflettere e condividere pensieri ed esperienze.
La collaborazione è molto più di un semplice lavorare insieme; è un’arte, una filosofia di vita che, se abbracciata pienamente, ha il potere di trasformare radicalmente non solo il nostro ambiente lavorativo ma anche il nostro modo di essere nel mondo. Come ho scritto in “Lavorare è collaborare”, “la collaborazione è la chiave del nostro futuro lavorativo che è profondamente diverso da quello degli ultimi cent’anni. E proprio per questo, anche la collaborazione sarà inevitabilmente diversa da come l’abbiamo sempre conosciuta”.
Oggi, più che mai, viviamo in un mondo interconnesso dove le sfide che affrontiamo - sia a livello individuale che collettivo - richiedono un approccio collaborativo per essere superate con successo. Non si tratta più solo di condividere risorse o competenze, ma di condividere visioni, sogni e persino fallimenti. È un processo che implica fiducia, apertura e, soprattutto, la capacità di ascoltare veramente l’altro. “La fiducia - come ho evidenziato in ‘Guerra o pace’ - è il cuore della collaborazione”.
Ma come possiamo coltivare una vera cultura della collaborazione nei nostri ambienti di lavoro e nelle nostre vite? La risposta sta nel riconoscere che ogni azione, ogni scelta che facciamo ha un impatto sugli altri e sull’ambiente che ci circonda. Dobbiamo quindi agire con consapevolezza, rispetto e un genuino desiderio di contribuire al bene comune.
Quali sono le criticità che trovi con maggior frequenza nelle aziende?
Le aziende si confrontano spesso con la sfida di armonizzare gli obiettivi individuali con quelli organizzativi, un tema centrale in “Lavorare è collaborare”. La difficoltà di instaurare un dialogo costruttivo e aperto è un ostacolo non da poco, che può minare le fondamenta stesse della produttività e del benessere aziendale.
Come si possono risolvere?
La soluzione risiede nella costruzione di una cultura aziendale basata sulla fiducia reciproca e sulla condivisione degli obiettivi. Come affermato in “Guerra o pace”, è fondamentale promuovere un ambiente in cui il confronto e il dialogo siano visti come opportunità di crescita e non come minacce.
3 consigli per lavorare con più efficacia e bene?
Prima di tutto, “pur nella sua semplicità non smettere mai di imparare”. La formazione continua è la chiave per restare competitivi e soddisfatti del proprio percorso. In secondo luogo, “ascoltare per capire, non per rispondere”, perché solo attraverso un vero ascolto si possono comprendere le esigenze altrui e agire di conseguenza. Infine, “abbracciare il nuovo”. Come sottolineato in “La Grande Differenza”, ogni novità nasconde una possibilità, un gradino verso il rimanere vivo e vitale.”
“Guerra o pace” e “Lavorare è collaborare”... due facce della stessa medaglia o l’evoluzione dell’altra?
Questi libri rappresentano due momenti di un percorso evolutivo in cui “Guerra o pace” pone le basi per un approfondimento sul valore della collaborazione come strumento fondamentale per la risoluzione dei conflitti e la crescita sia personale che professionale. Il secondo è un ampliamento delle modalità per vivere bene professionalmente in una società complessa.
Si parla sempre di più di intelligenza artificiale e di quanto questa andrà ad influire sulle dinamiche delle aziende, cosa ne pensi?
L’IA è un’opportunità per potenziare le nostre capacità, non un sostituto dell’ingegno umano. È cruciale, come ho esplorato in “Risultati solidi in una società liquida”, saper integrare queste nuove tecnologie valorizzando il contributo unico che solo gli esseri umani possono fornire.
Siamo passati dalla convinzione che per essere competitivi nel mondo del lavoro fosse fondamentale la super specializzazione, alla constatazione che la società è sempre più fluida e in trasformazione … come si può gestire questo?
In un contesto in rapido mutamento, diventa essenziale adottare un mindset flessibile e resiliente. “Pensare in alternativa”, come suggerito nel libro “Alternative”, significa essere pronti a reinventarsi e ad adattarsi, valorizzando le proprie molteplici competenze.
Lo smart working rappresenta una grande comodità sia per l’azienda che per il collaboratore a discapito però del senso di appartenenza che sembra contare meno per le nuove generazioni. Qual è secondo te il modo con cui le aziende possono trattenere le risorse umane al proprio interno?
Per mantenere vivo il senso di appartenenza è necessario investire in tecnologie che favoriscano l’interazione e la condivisione, ma anche organizzare regolarmente incontri in presenza che rafforzino il legame con l’azienda e tra colleghi. La tecnologia deve essere un ponte, non una barriera.
Cosa diresti ora al Sebastiano Zanolli fresco di laurea?
Gli direi di “guardare oltre”. Il mondo è pieno di opportunità, ma è solo attraverso l’esplorazione e il coraggio di osare che si possono scoprire e cogliere. Con testa sensibilità verso il prossimo, con qualche piccola alternativa in tasca e con speranza e flessibilità. Da qualche parte si arriverà
Che consiglio puoi dare ai ragazzi che ora si trovano a scegliere il loro percorso universitario?
Scegliete un percorso che vi appassiona, ma siate anche consapevoli delle sfide del mercato del lavoro. La passione è il motore di ogni successo, ma la flessibilità e la capacità di adattarsi sono altrettanto importanti.
Negli anni hai conosciuto tantissime persone di valore, quale fra queste ti ha colpito particolarmente?
Sono stati molti gli incontri significativi, ma ricordo con particolare affetto un imprenditore che, nonostante le difficoltà, ha sempre mantenuto un atteggiamento positivo e proattivo, insegnandomi il valore dell’ottimismo, della speranza e della perseveranza.
Nella tua carriera professionale ci sono cose/eventi/corsi/relazioni che non rifaresti più? Qual è il tuo approccio all’errore?
Cerco di non pensare troppo al passato. Le strade non prese rimangono non prese. E quelle sbagliate anche. Provo a concentrarmi sul futuro.
“L’errore è maestro”. Il mio approccio abbastanza banalmente è quello di accogliere ogni fallimento come un’opportunità di apprendimento, seguendo il principio che “ogni problema è un’opportunità in maschera”, come ho esplorato in “Aveva ragione Popper”.
Stai organizzando nuovi corsi?
Sì, sono sempre alla ricerca di nuovi modi per trasmettere il mio messaggio. Attualmente sto lavorando sempre nell’area della collaborazione attraverso i podcast.
Cosa fa Sebastiano quando non è in formazione o scrive libri?
Quando non sono impegnato nella formazione o nella scrittura, mi dedico ai miei affetti, agli amici, e alle mie passioni, come il camminare, la musica e la lettura, che mi ricaricano e mi ispirano continuamente, ma direi che tutto è molto interconnesso.
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